Il 3 aprile è uscito il nuovo album di Stefano Bollani, progetto piano solo che rilegge la celebre colonna sonora di ‘Jesus Christ Superstar’. La nostra intervista.

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A cinquant’anni dall’album originale, il maestro Stefano Bollani rilegge l’iconico album ‘Jesus Christ Superstar’, trasformandolo in un elegante e modernissimo piano solo che non perde di pathos. Affascinato dal film visto in tv quando ancora era ragazzino, il pianista omaggia così il lavoro senza tempo di Andrew LIoyd Webber & Tim Rice, che gli hanno accordato il permesso di intervenire sulle musiche.

“L’idea di rendere omaggio alla rock opera è nata su un’amaca l’anno scorso – ci ha raccontato il musicista – Ho deciso di registrare questo disco in una versione intima che è un ringraziamento a Lloyd Webber e Rice per il capolavoro che hanno scritto.” E di fronte a un classico del genere, Bollani è intervenuto a modo proprio nel rispetto dovuto alla struttura narrativa.

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“Mi sono finalmente studiato queste musiche che ho cantato per trent’anni da solo e con gli amici. – ha continuato il maestro – e ho scoperto dettagli che mi hanno incuriosito. Li ho ampliati, rendendoli più importanti e improvvisando sopra per uscire dalla struttura, e poi rientrare. Ho mantenuto la narrazione però è come se mi fermassi lungo il percorso a cogliere i fiorellini che mi interessano.”

Così, il lavoro al pianoforte, accordato a 432 Hz, ha mirato alla sostanza per darvi un nuovo abito: “Volevo spogliare la rock opera originale (coro, testi, orchestra e immagini), tutto diventa semplice perché le melodie sono essenziali. – spiega Stefano Bollani – Per esempio, la melodia di I don’t know how to love è viva, pulsante, va solo rivestita. Questo è quello che ho fatto.”

La modernità di ‘Jesus Christ Superstar’

Sulla modernità, ancora oggi, di Jesus Christ Superstar, Bollani non ha dubbi: “La musica è un veicolo di informazione e di emozione: mai avevo sentito tanta vicinanza a tutti i personaggi coinvolti. E mai, prima di Jesus Christ Superstar, chiunque avrebbe immaginato di provare empatia per Giuda. Non solo è moderno, ma penso abbia avvicinato molte persone a questa storia meravigliosa che è trans-religiosa.”

Gesù è un mito che rappresenta il mistero, la vita e la verità e ci racconta sempre qualcosa. Per questo, Jesus Christ Superstar può parlare ancora a tante persone perché è il mistero della vita.

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La bellezza di quest’opera? La possibilità di vedere tutti i caratteri umani e le reazioni alla presenza del mistero nella nostra vita.

Ora, lo sguardo e la speranza volgono verso i concerti: “Mi piace molto l’idea di avere una narrazione, che è la passione di Gesù, e utilizzarla per un percorso diverso tutti i giorni. Come una via crucis, le stazioni sono le stesse ma il modo in cui le colleghiamo, e il significato che diamo loro, può essere diverso ogni sera.”

Foto di Valentina Cenni da Ufficio Stampa Zebaki