Alla presentazione del suo nuovo disco, Tiziano Ferro ha parlato non solo di musica, ma anche di amore, perdite, nuovi legami e del potere del pop di “fare la guerra”.

“Fare la guerra con il pop”: è questa oggi la missione che Tiziano Ferro si assume e che intende ribadire con Accetto Miracoli, il nuovo album dal 22 novembre. Ad anticiparlo sono stati due singoli molto diversi fra loro, quasi le due facce di una stessa medaglia, ovvero Buona (cattiva) sorte e la traccia che dà il titolo all’intero progetto di inediti.

Proprio questa, come ha raccontato il cantautore alla stampa, è stata la canzone da cui è scaturito poi il resto del disco, scritta in un ormai lontano giugno 2016. “Tutto nasce dal testo di Accetto Miracoli, quando avevo appena finito il disco precedente. Tre giorni prima di partire, ho incontrato Victor (colui che sarebbe divenuto marito di ferro, ndr) e ho scritto quelle parole. Le ho riprese in mano dopo un po’ di tempo: ho lasciato che la vita facesse il suo corso, dopo che ero rimasto fermo agli ostacoli.”

Mentre tutto, dice l’artista, era contro quell’amore ora è sancito anche dal matrimonio, mollare la presa ha rappresentato il recupero della voglia di lasciarsi stupire dalla vita, non andare “contro” ma abbracciare quello che arriva. Un istinto, quasi fanciullesco, che perdiamo nel corso degli anni e che Ferro ha re-imparato a praticare anche grazie a un nuovo modo di vivere il presente. Abbracciandolo, appunto.

Il valore catartico delle canzoni è innegabile per me: quando ero adolescente era il mio unico linguaggio poi senza perdere, quel valore originario, le canzoni sono diventate anche qualcos’altro.

Addio al produttore storico, arriva Timbaland

Oltre che sentimentale, la svolta di Ferro è stata artistica, con l’abbandono di una “zona di conforto” in cui ha lavorato per molti anni. E qua veniamo alla produzione: “Quasi per caso, grazie a Universal, mi sono trovato a prendere un caffè con Timbaland, uno dei miei idoli da quando avevo sedici anni. Quella sera siamo usciti dallo studio non solo con un caffè ma con un brano completo e la proposta di fare un intero disco insieme.”

“A maggio 2018 – continua Tiziano – ho iniziato un percorso che ha cambiato le carte in tavola e questo album è testimone di quel cambiamento completo di vita. Tutto è diverso dal 2016: dallo stato di cose della mia vita alla città in cui vivo, un posto in cui non avrei mai immaginato di stare ma che ho imparato a scoprire.”

Un salto, questo, che come spiega lo stesso cantautore ha comportato un vero e proprio smarrimento iniziale: “Lavorare con Timbaland mi ha costretto a rimettermi in gioco da alunno con tutto da perdere. È stato importante, e lo dico senza alcuna amarezza per il passato, ma avevo bisogno di uscire appunto dalla quella zona (vedi alla voce Michele Canova, il produttore storico di Tiziano, ndr) e confrontarmi con quella creatività che probabilmente nel tempo era quantomeno cambiata.

Mi sono riproposto da zero e Timbaland, da parte sua, ha dovuto imparare a capire chi ero, cosa scrivo e cosa voglio. Quella vena di paura ha provocato una crisi che a livello creativo è stata importante e utile. Timbaland è tutto musica. Lui parla poco ma si è messo a disposizione, uscendo anche lui dal suo comfort; mi ha protetto e mi sono sentito benvoluto.”

Pensavo che Il Mestiere della Vita fosse l’album della rinascita, ma in realtà è questo il disco della partenza. Accetto Miracoli è un disco figlio di una micro crisi diventata creativa e l’ho abbracciata. L’inizio è questo ne sono orgoglioso. 

Tiziano Ferro e il tour 2020

Complice anche il ventennale di carriera e i suoi primi quarant’anni, Ferro pensa già a come portare dal vivo questo progetto che farà risuonare gli stadi nell’estate 2020 e che prevede anche una leg europea. “Quando mi hanno detto che erano stati venduti più di 180mila biglietti in meno di 48 ore ho provato stupore e gratitudine. Io ho il terrore di crollare nell’abitudine ma credo di esserne molto lontano: ricordo bene che sono partito dagli club e arrivare negli stadi non è scontato. Sarà una bella festa e, rivolgendomi alle mie canzoni, dico: ‘se non sei singolo, non sei in scaletta!’.

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Con due decenni di carriera alle spalle, un cantautore internazionale come Tiziano come si pone di fronte alla responsabilità dell’artista in questi anni? “Credo che noi artisti, quando ci esponiamo anche politicamente o a livello sociale, non siamo ascoltati abbastanza. Questo vale per l’Italia come negli USA: forse non abbiamo sufficiente credibilità, pensa a quante manifestazioni ci sono state contro Trump. E cosa abbiamo ottenuto? Niente.

Come canto ne L’uomo pop, mi sento un autore pop si sobbarca la responsabilità di parlare di cose vere e normali che sono quelle più complesse, quelle che possono cambiare il mondo interiore della gente. Non ho mai avuto paura di parlare: non  perdiamo tempo nella commiserazione. Il pop ha un potere reale e lo vedo quando ho davanti le persone a un concerto. Per questo dico: sono uno scrittore pop che fa la guerra.”