Il brand Jack Daniel’s scende in campo per promuovere la tutela delle api la cui sopravvivenza è a rischio.

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La tutela delle api è, oggi più che mai, urgente quanto preziosa per proteggere la biodiversità e un intero ecosistema che proprio da questi animali dipende. A ricordarcelo è il World Bee Day, la Giornata Mondiale delle Api, in occasione della quale un brand quale Jack Daniel’s è sceso in campo a onorare un piccolo eppure tanto laborioso ed essenziale insetto.

Del resto, tra i prodotti del marchio spicca Tennessee Honey, la cui ricetta si sviluppa con l’aggiunta di un liquore al miele finemente lavorato al classico Old N°7. E allora, per toccare con mano una parte del processo produttivo, con l’azienda di whiskey siamo entrati nel cuore del Parco del Ticino. Qui, lungo la sponda sud del fiume lombardo, l’Apicoltura di Domenico ha trasformato in ‘Apicoltori per un giorno’ alcuni influencer alle prese con alveari, miele e polline.

Tennessee Honey
Foto da Ufficio Stampa GOIGEST

E se l’obiettivo era fare divulgazione sull’attività che ruota attorno alle api e promuovere una cultura del rispetto per le stesse, beh è stato pienamente raggiunto. Indossata la tuta protettiva, muoversi fra le arnie immersi nel ronzio che solitamente inquieta non è più un problema. Così, eccole lì, le api nel loro regno, che sa di miele, cera, pappa reale e propoli ma che è anche un sofisticatissimo habitat funzionale per l’esistenza della stessa specie umana.

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Questi speciali impollinatori, con la loro solerzia indefessa, permettono la riproduzione di fiori e piante, fondamentali all’uomo nella produzione di ossigeno, fonti di nutrimento e materie prime. E se questa complessa e raffinata macchina naturale si interrompesse, con l’estinzione delle api, a risentirne sarebbe un’intera catena di connessioni. Da qui, dunque, l’urgenza di un impegno che inizia dal rispetto ambientale e dall’attenzione verso la natura. E in nome del quale Jack Daniel’s ha deciso di adottare una serie di alveari nel sito alle porte di Milano. Un alveare che ha un nome e un cognome, ma soprattutto una tradizione non qualunque.

Foto PF/Revenews