Se c’è un simbolo che più di altri racconta l’inverno con il suo fascino rigoroso è la neve. Elemento che ha sempre esercitato una seduzione magnetica sugli artisti: simbolo di quiete, silenzio, candore, ma anche di solitudine, durezza e mistero. Dai paesaggi fiamminghi del Cinquecento alle sperimentazioni cromatiche moderne, il bianco invernale ha ispirato capolavori che hanno fatto la storia della pittura.
Alcuni dipingono scene quotidiane, altri atmosfere sospese, altri ancora trasformano il paesaggio in un’esperienza emotiva o spirituale. In questo articolo proponiamo cinque opere celebri, appartenenti a epoche e linguaggi diversi, tutte unite da un elemento comune: la neve, protagonista assoluta e potente.
Pieter Bruegel il Vecchio – Cacciatori nella neve (1565)
Kunsthistorisches Museum, Vienna
Tra i più celebri paesaggi invernali della storia dell’arte, Cacciatori nella neve appartiene alla serie dei “mesi” realizzata da Bruegel nel 1565. L’opera, oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna, ritrae un villaggio fiammingo imbiancato popolato di scene quotidiane. Si scorgono, infatti, pattinatori sul ghiaccio, donne che accendono il fuoco e bambini che giocano. Il tutto mentre i cacciatori fanno ritorno. La neve è resa con straordinaria attenzione atmosferica: Bruegel cattura la luce fredda, il silenzio e la vastità del paesaggio con una visione quasi cinematografica.
Utagawa Hiroshige – Notte nevosa a Kambara (1833–1834)
Dalla serie Le 53 stazioni della Tōkaidō – vari musei, tra cui il Metropolitan Museum of Art (NY)
Si tratta di una delle stampe più celebri della tradizione ukiyo-e. Al centro della raffigurazione, si riconoscono tre figure umane che avanzano nella neve lungo la Tōkaidō, la storica via che collegava Edo a Kyoto. Il bianco e il grigio sono usati dall’artista per creare un paesaggio essenziale ma carico di atmosfera, dove il silenzio della notte si fonde con la delicatezza della caduta della neve. La composizione minimalista e la sensibilità poetica della scena l’hanno resa una delle immagini giapponesi più iconiche al mondo.
Vincent van Gogh – Paesaggio innevato (1888)
Van Gogh Museum, Amsterdam
Dipinto durante il periodo ad Arles, Paesaggio innevato testimonia il modo in cui Van Gogh interpretava la natura come esperienza emotiva. La neve infatti non è statica, ma animata da pennellate dense e direzionali. E ogni tratto ne suggerisce il movimento e la vibrazione luminosa. Il contrasto tra il bianco del terreno e le tonalità ocra, blu e verdi contribuisce a creare un paesaggio dinamico, quasi in tempesta. Un’opera che mostra come Van Gogh trasformasse anche un soggetto tradizionale in una visione intensa e personale.
Claude Monet – La pie (1869)
Musée d’Orsay, Parigi
Non poteva mancare in una selezione di opere dedicate alla neve, lo sguardo di Monet. La pie è uno dei capolavori invernali del maestro oltre che uno degli episodi più raffinati dell’Impressionismo. Il dipinto, oggi al Musée d’Orsay, ritrae una gazza posata su un cancello davanti a un ampio paesaggio innevato. Monet sperimenta la resa della luce sulla neve utilizzando una tavolozza di ombre colorate (blu, rosa, lilla) anticipando la ricerca impressionista sul colore. Una curiosità: l’opera fu inizialmente rifiutata al Salon, ma è oggi considerata un esempio magistrale della sua capacità di trasformare la natura in pura vibrazione luminosa.
Wassily Kandinsky – Inverno (Paesaggio con slitte) (1909)
Kunstmuseum Winterthur
L’ultima opere è un dipinto d i Kandinsky risalente al periodo di transizione verso l’astrazione. Inverno (Paesaggio con slitte) conserva, infatti, ancora alcuni elementi figurativi: case, figure, cavalli e slitte sono riconoscibili, ma già immersi in un’esplosione di colore e forme che preludono al linguaggio astratto. La neve è il palcoscenico su cui Kandinsky sviluppa la sua ricerca spirituale e simbolica: il bianco diventa spazio mentale, un vuoto pieno di potenzialità. Un’opera, conservata al Kunstmuseum Winterthur, che testimonia la svolta che l’artista avrebbe compiuto di lì a poco.
Immagini via Wikimedia Commons