Albert Pike e Moses Ezekiel: Trump riabilita due statue confederate

Sta facendo discutere la decisione di Donald Trump di riposizionare la statua di Albert Pike, rimossa durante le proteste seguite alla morte di George Floyd. Il Servizio Parchi Nazionali degli Stati Uniti ha annunciato nei giorni scorsi che il monumento dedicato al militare confederato sarà oggetto di restauro e tornerà a Washington, DC. A seguire, il Segretario della Difesa Pete Hegseth ha aggiunto che anche un altro memoriale confederato verrà ricollocato, questa volta al Cimitero Nazionale di Arlington, in Virginia.

Si tratta della grande scultura realizzata da Moses Ezekiel, che – come scrive Hegseth sui social – «è spesso chiamata il Monumento alla Riconciliazione. Non avrebbe mai dovuto essere rimossa da quei lemming woke. A differenza della sinistra, noi non crediamo nella cancellazione della storia americana. La onoriamo».

La statua in bronzo, realizzata da Moses Jacob Ezekiel e inaugurata nel 1914, raffigura una donna su un piedistallo alto 10 metri. È circondata da figure simboliche, tra cui una donna nera stereotipata come Mammy e uno schiavo che segue il proprio padrone in guerra. Un’iscrizione in latino celebra la secessione del Sud come una nobile Causa Perduta. Una scritta in linea con l’ideologia revisionista della cosiddetta Lost Cause, che tendeva a minimizzare il ruolo della schiavitù nella Guerra Civile americana. La statua era stata rimossa nel 2023 su iniziativa dell’amministrazione Biden.

Trump riporta a Washington la statua di Albert Pike

La statua di Albert Pike, invece, rappresenta uno dei casi più controversi legati alla memoria pubblica americana. Eretto nel 1901 dai massoni, il monumento raffigura Pike, ex ufficiale dell’esercito confederato, scrittore e figura di rilievo della massoneria, ma anche uomo segnato da un passato ambiguo e da accuse di crimini di guerra. Abbattuta durante le proteste del 2020, la statua sarà ora restaurata e reinstallata, secondo gli ordini esecutivi voluti da Trump per «ripristinare la verità storica» e «abbellire la capitale». I lavori di restauro – che comprendono il consolidamento strutturale e la pulizia del bronzo – dovrebbero concludersi entro ottobre.

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La decisione ha suscitato forti critiche, in particolare da parte della deputata democratica Eleanor Holmes Norton. La deputata ha definito l’operazione «moralmente inaccettabile», ricordando che Pike si dimise in disgrazia dopo essere stato accusato di atrocità anche dai suoi stessi commilitoni. Norton ha annunciato l’intenzione di ripresentare un disegno di legge per rimuovere la statua in modo permanente e trasferirla in un museo.

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