Mauro Biani porta le sue vignette potenti e umanissime a Castiglioncello grazie alla mostra ‘Il segno e l’impegno’ che racconta il nostro presente.
Dal 12 luglio al 31 agosto 2025, il Castello Pasquini di Castiglioncello (LI) ospita l’antologica Mauro Biani – Il segno e l’impegno che celebra il talento del vignettista, illustratore e scultore tra i più influenti della satira sociale italiana. Organizzata dal Comune di Rosignano Marittimo con la Fondazione Armunia e curata da Elisabetta Cosci, l’esposizione presenta 89 opere, suddivise in sette sezioni tematiche. E l’allestimento si estende anche nelle frazioni di Rosignano Solvay, Vada, Rosignano Marittimo, Castelnuovo della Misericordia, Gabbro e Nibbiaia, trasformando il territorio in un museo diffuso.
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“Crediamo che [Biani] sia uno degli artisti più moderni per il modo con cui tratta i temi dolorosi del presente”, afferma il sindaco Claudio Marabotti. Mauro Biani è, infatti, una firma riconoscibile, come scrive Carlo Verdelli: “Non c’è neanche più bisogno che metta nome e cognome alle sue cose. Che siano scritte, disegnate, scolpite, dipinte o musicate, identifichi subito la testa che le ha pensate e la mano che le ha realizzate. Col tempo, col lavoro, con l’ingegno, con il sentimento di avversione alla disumanità che lo ispira, Mauro Biani è ormai una firma e lo capisci dal fatto che le sue vignette le riconosci a sguardo”.

Con un tratto diretto e poetico, Biani racconta i dimenticati, i ribelli, gli “scartati” della società, dando voce a chi resiste nelle tenebre della storia. Vignettista per Il Manifesto, La Repubblica, Il Venerdì e programmi tv, ha collaborato anche con testate. Autore di numerosi libri, tra cui l’ultimo Il tango di Francesco (People) dedicato a Papa Francesco, Biani usa l’arte come atto di resistenza, illuminando temi come la giustizia, i diritti umani e la solidarietà.
Un percorso tra impegno e poesia
Le 89 opere, stampate su pannelli di forex, occupano le sale del Castello Pasquini e si articolano in sette sezioni: Persone, Altri mondi, Democrazia, Guerra e pace, Lavoro, Migranti e Società. La sezione è un omaggio a figure che hanno segnato la storia della resistenza e della lotta per la giustizia. Da Liliana Segre, che ha personalmente contattato Biani per una vignetta a lei dedicata, a Oscar Arnulfo Romero, assassinato mentre celebrava messa. Fino a Giovanni Falcone, Placido Rizzotto, Don Puglisi, Ilaria Alpi, Giulio Regeni e padre Paolo Dall’Oglio, ritrovato in una fossa comune in Siria.
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Ogni vignetta è un manifesto che colpisce occhi e cuore. La missione dell’artista? “Restituire i poveri cristi al nostro quotidiano, [attraverso] l’esercizio di quella materia poco frequentata dai politici e dai giornalisti che si chiama speranza. Con la grazia di un artista che sa ritrovare il filo dell’umanità che resiste, nonostante tutto, nelle tenebre della storia”, dichiara Marco Damilano.
Le sezioni dedicate a Lavoro e Migranti, invece, affrontano la precarietà, la sicurezza negata e le tragedie delle migrazioni, mentre Guerra e pace e Altri mondi esplorano conflitti, scuola e disabilità. Democrazia e Società interrogano, infine, le stragi impunite e le esclusioni, invitando a resistere ai “muri del mondo”.


L’esposizione si estende oltre il castello, trasformando il territorio in un percorso artistico. Le opere nelle frazioni, da Rosignano Solvay a Nibbiaia, creano un dialogo tra l’arte di Biani e la comunità, rendendo ogni piazza uno spazio di riflessione. A completare l’esperienza un catalogo illustrato, edito da All Around e curato da Elisabetta Cosci, con contributi di Carlo Verdelli e Marco Damilano. Il volume approfondisce il percorso di Biani, offrendo una chiave di lettura per comprendere la potenza del suo lavoro, che unisce tecnica, emozione e impegno civile.
Immagini da Ufficio Stampa