Alberto Garutti, un temporale lontano diventa opera a garage BENTIVOGLIO

In occasione di Arte Fiera, garage BENTIVOGLIO inaugura il 2026 con un progetto che invita a rallentare lo sguardo e a misurarsi con l’invisibile. Nella vetrina su via del Borgo di San Pietro prende forma Temporali di Alberto Garutti, un’opera che mette in relazione lo spazio espositivo con un evento naturale lontano e imprevedibile. E trasforma un fenomeno atmosferico in un’esperienza intima, silenziosa, quotidiana.

L’installazione si manifesta attraverso una luce che si accende quando, altrove, si verifica un temporale. Nulla è visibile del fenomeno in sé, nessun cielo carico di nubi o lampi improvvisi. Ciò che resta è il segno, una traccia luminosa che stabilisce un legame invisibile tra chi passa davanti alla vetrina e un luogo distante. La luce diventa così la presenza di un’assenza, la prova che qualcosa sta accadendo fuori dal campo visivo, affidando allo spettatore il compito di immaginare il proprio cielo.

Con Temporali, Garutti si inserisce nella linea di ricerca che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, ha messo in discussione l’idea stessa di scultura. Spostandone il baricentro dall’oggetto al tempo, al paesaggio, all’attesa. Se opere come The Lightning Field di Walter De Maria richiedevano un pellegrinaggio verso luoghi remoti per assistere, forse, all’evento atmosferico, Garutti rovescia la prospettiva. Non interviene sul territorio, ma sull’esistente, insinuandosi nel sistema elettrico e trasformandolo in un dispositivo sensibile al mondo.

Alberto Garutti, Temporali, 2015, garage Bentivoglio, Palazzo Bentivoglio ph. Carlo Favero, courtesy Studio Alberto Garutti

Come sottolinea il curatore Davide Trabucco, l’opera è «dedicata a coloro che passando di lì pensano al cielo», non necessariamente quello sotto cui si trovano, ma un cielo lontano, forse immaginato. L’altrove, tema ricorrente nella pratica dell’artista, diventa qui il centro dell’esperienza. E l’opera può attivarsi senza testimoni, oppure non attivarsi affatto, esistendo pienamente anche nella possibilità e nell’attesa. Così, il temporale resta invisibile, affidato alla costruzione mentale dello spettatore, che completa l’opera con la propria immaginazione.

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L’intervento di Garutti apre idealmente il programma 2026 di garage BENTIVOGLIO, che proseguirà esplorando i legami e i dialoghi tra gli artisti della collezione. Nel corso dell’anno si alterneranno progetti dedicati al collettivo austriaco Gelitin, a Ferruccio Laviani con una riflessione sul lighting design, al confronto tra Salvo e Jonathan Monk sul tema della citazione e della copia. Fino a una collettiva che riunirà artisti greci presenti nelle sale di Palazzo Bentivoglio, ampliando lo sguardo sul rapporto tra spazio, storia e pratiche contemporanee.

Temporali è visitabile dal 5 al 28 febbraio 2026, dal mercoledì al sabato dalle 19 alle 23, trasformando il passaggio urbano in un momento di sospensione. Un’opera discreta e potente, che invita a pensare al cielo anche quando non lo si vede, e a riconoscere nell’attesa una forma compiuta di esperienza artistica

Immagine da Ufficio Stampa