La professoressa Sara Carallo, geografa, insieme alle colleghe Carla Masetti e Emeri Farinetti, si è concentrata su un’arte riconosciuta dall’UNESCO nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità, i muretti in pietra secco.
Un progetto di ricerca partecipata che unisce università e comunità locali per studiare, valorizzare e rigenerare i paesaggi rurali del nostro paese, dimostrando con i fatti che anche le materie umanistiche – come la geografia e l’archeologia – possono avere ricadute pratiche e diversi sbocchi professionali: questa è la storia raccontata dalla professoressa Sara Carallo, geografa e ricercatrice presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Roma Tre: insieme alle colleghe Carla Masetti e Emeri Farinetti, ha portato all’interno del Progetto Changes Il paesaggio terrazzato dei Monti Lucretili. Esperienze di citizen science per la rigenerazione territoriale, una ricerca dal forte approccio interdisciplinare che unisce la geografia storica e l’archeologia del paesaggio.
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La ricerca si concentra sui paesaggi terrazzati dei Monti Lucretili, una breve catena montuosa che fa parte del Subappennino laziale e rappresenta la propaggine più meridionale dei Monti Sabini: questi paesaggi presentano la tipica agricoltura a terrazze e muretti a secco, un’arte riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO nel 2018. La ricerca, condotta tramite fonti d’archivio, fonti orali e tecnologie avanzate come droni per la fotogrammetria, camere termiche, sensori LiDAR e GPS differenziali, punta ad analizzare l’evoluzione storica di queste strutture, valorizzarle e proteggerle dai rischi legati ai cambiamenti climatici, allo spopolamento e al dissesto idrogeologico.

Citizen Science, università e società civile collaborano per tutelare il territorio
Il progetto, che è parte dello Spoke 7 (Patrimonio culturale e cambiamenti climatici), coinvolge geografi, archeologi, botanici, geologi e geomorfologi, in un approccio trasversale per comprendere il territorio sotto ogni aspetto. L’approccio centrale della ricerca è il Citizen Science: cittadini, associazioni, enti e studenti vengono coinvolti direttamente nella ricerca e nella cura del territorio. L’università collabora con loro per raccogliere dati, mappare aree, fare interviste e laboratori partecipativi.
“Abbiamo lavorato tantissimo sul campo con il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, degli enti, del Parco, quindi delle amministrazioni e di tutti coloro che vivono in questo territorio e si occupano di curarlo e di gestirlo ogni giorno – ha raccontato Sara Carallo – E con loro abbiamo cercato di conoscerlo, il territorio, quindi non solo negli archivi, attraverso i documenti testuali, iconografici, ma proprio sul campo: abbiamo camminato tantissimo con loro alla scoperta del patrimonio culturale dei Monti Lucretili. Tutto questo per individuare anche una serie di misure per poterlo proteggere e tutelare dai rischi dei cambiamenti climatici e anche dal rischio ambientale e antropico: è un territorio di un’area interna, soggetto allo spopolamento e quindi alla perdita di una cura, di un presidio costante. Citizien Science significa anche per noi ricercatori cercare, insieme alle comunità, di provare a progettare il territorio e avviare una rigenerazione territoriale”
Muri in pietra secco: cura e consapevolezza del territorio
Centrale in questo lavoro partecipato l’attività laboratoriale, che ha riguardato in particolare il recupero e la costruzione dei muri in pietra secco, grazie alla collaborazione di mastri artigiani locali: i muri sono un esempio fattivo di cura e consapevolezza del territorio, perchè contribuiscono fattivamente a stabilizzare i versanti, eppure in molte zone sono abbandonati e distrutti dal tempo e dall’incuria.
Come elemento collaterale, ma non per questo meno importante della ricerca, c’è quindi una forte tensione all’educazione delle comunità locali sul valore del paesaggio, sulla percezione del rischio ambientale e sulla promozione di buone pratiche di cura del territorio: il sistema più saggio, a lungo termine, per la tutela del patrimonio culturale italiano che si prefigge il Progetto Changes.
La geografia, una scienza antica proiettata verso il futuro
La geografia, ci ha spiegato la prof. Carallo, è quindi una scienza ben lontana dal chiuso degli studi e delle biblioteche, dal momento che una grande parte di lavoro si fa sul campo e gli sbocchi lavorativi per gli studenti non mancano: “Con un master in geotecnologie, che è presente appunto nella nostra università, è possibile specializzarsi su una o più geotecnologie per poter andare poi a studiare nel concreto il territorio e specializzarsi poi in una branca specifica, oppure lavorare con i GIS, i sistemi informativi geografici, con l’analisi ambientale, il monitoraggio, la cartografia digitale”
Il progetto “Il paesaggio terrazzato dei Monti Lucretili” dimostra come la ricerca umanistica possa dialogare con l’innovazione tecnologica e la partecipazione civile, generando un impatto reale sul territorio e aprendo nuove prospettive professionali per i giovani. In un’epoca segnata dai cambiamenti climatici e dallo spopolamento delle aree interne, l’esperienza guidata da Sara Carallo e dal team di Roma Tre offre un modello concreto di Citizen Science capace di trasformare la conoscenza in azione collettiva e la ricerca accademica in cura del paesaggio.
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