Palazzo Tozzoni ospita ‘Keita Miyazaki. The Garden of Vanities’ con sculture tra metallo e origami, tecnologia e tradizione.
Imola torna a misurarsi con la grande arte contemporanea. E lo fa con un progetto dal respiro internazionale. Dal 15 novembre 2025 al 22 febbraio 2026, infatti, le sale di Palazzo Tozzoni ospitano Keita Miyazaki. The Garden of Vanities, mostra dedicata all’artista giapponese tra i più originali della sua generazione. Un evento che segna un nuovo passo nella vocazione culturale della città e che nasce dalla collaborazione tra Imola Musei e la galleria Rosenfeld di Londra.
L’articolo continua più sotto

La nostra newsletter bisettimanale dedicata al mondo dell’arte e della cultura
«Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare a Palazzo Tozzoni la mostra dedicata a Keita Miyazaki», commentano il sindaco di Imola, Marco Panieri, e l’Assessore alla Cultura, Giacomo Gambi. «Un artista di straordinaria originalità e sensibilità, la cui ricerca, sospesa tra scultura e materia industriale, si innesta perfettamente sul nostro territorio così votato ai motori».
«Questo evento – proseguono – rappresenta un’importante occasione per ribadire quanto l’arte contemporanea possa valorizzare il nostro patrimonio storico, rendendolo vivo e attuale agli occhi del pubblico. La collaborazione con una galleria di rilievo internazionale conferma la volontà del Comune e di Imola Musei di aprirsi sempre più a progetti di respiro globale».

Tradizione e innovazione nell’arte di Miyazaki
Scultore nato a Tokyo nel 1983, Keita Miyazaki lavora da anni su una ricerca che mette in collisione materiali industriali e fragilità organiche. Le sue opere nascono da pezzi meccanici recuperati, spesso provenienti dal mondo dell’automotive, che l’artista fa “rifiorire” attraverso origami di carta, innesti poetici che trasformano rottami e strutture metalliche in organismi delicati, sospesi tra rovina e rinascita.
Alla radice della sua poetica c’è la complessità della cultura giapponese, ma anche uno shock personale. Il devastante tsunami del 2011, con i paesaggi disseminati di carcasse e frammenti d’auto trascinati dal fango. Da lì l’idea di trasformare lo scarto in memoria, l’industriale in simbolo di fragilità.
Curata da Diego Galizzi, direttore di Imola Musei, e da Riccardo Freddo, responsabile dei rapporti istituzionali di Rosenfeld Gallery, la mostra costruisce un percorso immersivo dentro le sale settecentesche del palazzo, creando un contrasto che amplifica la poetica dell’artista.
«Il progetto espositivo che abbiamo costruito – commenta Diego Galizzi – nasce dalla volontà di offrire in città l’occasione per rispecchiarsi nella poetica sottile di Keita Miyazaki. Il quale a sua volta trova in questa terra di motori un palcoscenico formidabile in cui il suo messaggio così carico di dissonanze può ulteriormente amplificarsi. L’intreccio tra forme classiche e sentori futuristici in relazione con la raffinatezza dello spazio, sarà fonte di un’esperienza estetica seducente.
Vogliamo – aggiunge ancora Galizzi – che le sale di palazzo Tozzoni si trasformino in un grande giardino dell’effimero. Dove la dimensione del relitto industriale e dello scarto punta a superare se stessa. A patto però di fondersi con qualcosa di apparentemente fragilissimo, perché fatto di carta, anzi, perché carico di umanità: l’origami».


Per Freddo, «il lavoro di Keita Miyazaki ci ricorda che la bellezza può nascere dal contrasto, dall’incontro tra ciò che è destinato a durare e ciò che è effimero. Le sue sculture, fatte di metallo e carta, sono metafore di resilienza e rinascita, ma anche di una fragilità profondamente umana. Portare questa ricerca a Palazzo Tozzoni significa dare vita a un dialogo tra epoche e culture diverse. Dove la memoria del passato e l’eco del futuro convivono in un equilibrio sempre precario, ma poeticamente necessario».
Palazzo Tozzoni come teatro di metamorfosi
L’allestimento gioca proprio sul rapporto tra le sale nobili del palazzo – con stucchi, arredi e testimonianze della famiglia Tozzoni – e gli innesti meccanici di Miyazaki. E crea un cortocircuito estetico che appare congeniale a un artista che ha fatto della contraddizione la sua lingua. Le opere, sospese come creature ibride, sembrano animare lo spazio, restituendo allo storico edificio una vitalità inedita.
Orari
Venerdì 15–19
Sabato e domenica 10–13 / 15–19
Chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio
Biglietti
Intero 4€ – Ridotto 3€
Dal 1/1/2026: intero 5€, ridotto 4€
Ingresso gratuito per under 14 e scolaresche.
Immagini Courtesy of the artist / Rosenfeld Gallery