La Fondation Louis Vuitton dedica una grande retrospettiva a Gerhard Richter: oltre 270 opere dal 1962 al 2024 per raccontare sessant’anni di arte e visione.
La Fondation Louis Vuitton di Parigi celebra Gerhard Richter con una retrospettiva senza precedenti, in programma dal 17 ottobre 2025 al 2 marzo 2026. Una mostra monumentale, la più ampia mai dedicata all’artista tedesco, che riunisce oltre 270 opere realizzate tra il 1962 e il 2024, offrendo una panoramica completa su più di sessant’anni di creazione.
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La mostra occupa tutti gli spazi espositivi della Fondation Louis Vuitton, proseguendo la tradizione di grandi monografiche che negli anni hanno celebrato artisti come Jean-Michel Basquiat, Joan Mitchell, Mark Rothko e David Hockney. Richter era già stato protagonista della mostra inaugurale del museo nel 2014, con alcune opere appartenenti alla collezione permanente. Oggi, a distanza di oltre dieci anni, l’istituzione francese gli rende omaggio con un progetto di eccezionale ampiezza cronologica e curatoriale.
L’esposizione include, infatti, dipinti a olio, sculture in vetro e acciaio, disegni, acquerelli e fotografie sovradipinte, componendo un percorso che si muove tra figurazione e astrazione, intimità e monumentalità. Ogni sezione copre circa un decennio di attività e mostra la continua evoluzione del suo linguaggio, fondato tanto sulla sperimentazione tecnica quanto sulla riflessione concettuale.

Fotografia e pittura: l’immagine come filtro
Richter, nato a Dresda nel 1932 e fuggito dalla Germania dell’Est nel 1961 per stabilirsi a Düsseldorf, vive e lavora a Colonia. Figura chiave dell’arte contemporanea, ha attraversato la storia recente europea trasformando la pittura in un campo di indagine permanente, sospeso tra memoria, immagine e astrazione.
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Tutta la sua poetica si muove attorno a un’idea chiave: la pittura come traduzione mediata del reale. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Dresda, l’artista ha rielaborato generi tradizionali – natura morta, ritratto, paesaggio, pittura storica – filtrandoli sempre attraverso un medium intermedio, come la fotografia o il disegno. Da questa distanza nasce un’immagine nuova, autonoma, che non imita ma reinventa la realtà.

Nel corso dei decenni, Richter ha esplorato una straordinaria varietà di stili e tecniche: dal rigore formale dei primi dipinti su base fotografica alla libertà gestuale delle grandi tele astratte realizzate con spatola. Fino alle ultime serie dedicate al disegno e alla materia del colore. Anche dopo la sua decisione, nel 2017, di interrompere la produzione pittorica, la sua ricerca è proseguita nel segno della riflessione e del segno grafico.
La retrospettiva alla Fondation Louis Vuitton non è solo un tributo a uno dei maestri viventi dell’arte mondiale, ma anche una riflessione sulla pittura come linguaggio aperto, capace di assorbire tempo, storia e percezione. Attraverso sei decenni di opere, il visitatore attraversa le tensioni e le armonie che definiscono la visione di Richter: un equilibrio fragile tra caso e controllo, luce e velatura, memoria e cancellazione.
Immagini da Ufficio Stampa / In copertina: Gerhard Richter, Venedig (Treppe) [Venezia (staircase)], 1985 (CR 586-3)