Il Maestro Shi Wule porta a Milano la Wule Symphony Orchestra con Plácido Domingo: musica, meditazione zen e un messaggio universale di pace.
Il 12 ottobre la Sala Verdi del Conservatorio di Milano ospiterà un evento senza precedenti: la Wule Symphony Orchestra, la più grande compagnia musicale di monaci Chan al mondo, diretta dal Maestro Shi Wule, si esibirà insieme a Plácido Domingo in un concerto che intreccia musica, meditazione e spiritualità.
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Alla guida di un’orchestra capace di unire tradizione orientale e occidentale, il Maestro Shi Wule porta avanti da decenni una missione di pace e armonia attraverso l’arte, con performance che hanno già conquistato il pubblico internazionale e istituzioni come l’UNESCO e Papa Francesco. In occasione di questo appuntamento straordinario, abbiamo incontrato il Maestro per approfondire la sua visione e scoprire come la musica possa diventare strumento di meditazione e dialogo tra culture.

Il Maestro Shi Wule a Milano e il dialogo tra Oriente e Occidente
La Wule Symphony Orchestra è il più grande ensemble di monaci zen al mondo. Come trasmette attraverso la musica e la meditazione il messaggio universale di pace?
«I monaci praticano la meditazione zen attraverso la musica, infondendo in ogni nota la calma e la compassione interiore. Attraverso l’esecuzione, questa serenità e forza di pace si trasmettono naturalmente ad ogni ascoltatore, permettendo a tutti di percepire e vivere il messaggio universale della pace».
Al concerto di Milano ascolteremo brani che fondono tradizioni orientali e occidentali: perché ha scelto di unire culture apparentemente lontane?
«Oriente e Occidente non sono veramente distanti. La distanza esiste solo nelle percezioni. La nostra esibizione dimostra che Oriente e Occidente sono due facce di un unico insieme, complementari e indivisibili. La musica rende tangibile e percepibile questa unità».

Plácido Domingo sarà ospite speciale e riceverà il Premio Culturale per la Pace Mondiale Wule: quale significato profondo ha questo riconoscimento?
«Significa che un artista di livello mondiale si unisce a noi nel diffondere il messaggio di pace, ampliando e approfondendo il potere della musica come strumento per la pace nel mondo».
Ha diretto l’orchestra davanti all’UNESCO e ha incontrato Papa Francesco: quale responsabilità ha oggi l’arte nel dialogo tra le civiltà?
«L’arte ha una missione insostituibile. Può guidare l’opinione pubblica, e l’opinione pubblica può influenzare la politica. Per questo l’arte nel dialogo tra le civiltà non è solo espressione, ma responsabilità: va esercitata con cuore e con amore».

L’orchestra ha stabilito un record mondiale Guinness, ma la sua forza si manifesta soprattutto a livello spirituale. Per il pubblico occidentale che ha poca familiarità con lo zen, come può la visione del concerto diventare un’esperienza di trasformazione interiore?
«Gli spettatori non devono necessariamente capire con la mente, basta ascoltare con il cuore. La musica è una lingua universale che arriva direttamente all’anima, permettendo di sperimentare la quiete interiore e il risveglio: questa è la manifestazione diretta dello spirito zen».