Un’occasione unica per riscoprire il capolavoro dell’artista romano, restaurato dall’ICR e riallestito nella scenografica Sala da Ballo del Casino Nobile, con un evento speciale dedicato alla sua vita e alla sua arte.

Resterà visitabile fino al 12 ottobre nella scenografica Sala da Ballo del Casino Nobile, ai Musei di Villa Torlonia, Tappezzamento a pezzi, una delle opere più iconiche di Renato Mambor, ricomposta e riallestita dal 29 maggio scorso.

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In occasione della proroga, martedì 23 settembre alle ore 18.00, il vicino Teatro Torlonia ospiterà la proiezione del film Mambor di Gianna Mazzini. L’incontro sarà introdotto da Federica Pirani, Direttrice della Direzione Patrimonio Artistico delle Ville Storiche, con interventi della storica dell’arte Maria Vittoria Marini Clarelli e del professor Lorenzo Mango, docente di Teatro moderno e contemporaneo all’Università L’Orientale di Napoli. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

L’esposizione, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è frutto della collaborazione con la Fondazione Paola Droghetti Onlus e l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR). I servizi museali sono a cura di Zètema Progetto Cultura.

Tappezzamento a pezzi, un’opera per riflettere sul restauro dell’arte contemporanea

L’opera esposta – un grande dipinto del 1993, tecnica mista su legno, composta da sette elementi (250×350 cm) – appartiene alle collezioni capitoline di arte contemporanea e fu acquisita nel 1999 dopo la partecipazione di Mambor alla rassegna Lavori In Corso negli spazi della ex Birra Peroni. Il restauro, realizzato presso l’ICR grazie a una borsa di studio sostenuta dalla Fondazione Paola Droghetti Onlus, ha offerto anche un prezioso momento di formazione per gli allievi della Scuola di Alta Formazione dell’ICR, oltre che un’occasione di riflessione sul restauro dell’arte contemporanea e sulle tecniche non convenzionali usate dall’artista.

Il progetto ha permesso di approfondire la tecnica pittorica di Mambor negli anni Novanta e di ricostruire filologicamente l’allestimento originario, grazie anche alle testimonianze conservate nell’Archivio dell’artista e al contributo di Patrizia Speciale, moglie di Mambor.

Completano l’esposizione un video documentario di Edoardo Mariani e Francesco Scognamiglio, prodotto dalla Fondazione Paola Droghetti Onlus, e il volume Tappezzamento a pezzi. Un’opera di Renato Mambor. Studi e restauro, edito da Gangemi, che raccoglie saggi e contributi delle curatrici Federica Pirani e Angelandreina Rorro, insieme a testi di Antonia Rita Arconti, Annapaola Agati, Valentina Rossi, Alice Salvetti, Miriam Pitocco, Barbara Lavorini e Claudio Santangelo.

Renato Mambor

Nato a Roma nel 1936, Mambor ha esordito come attore e cartellonista per il cinema – apparendo anche ne La dolce vita di Fellini – per poi dedicarsi all’arte visiva, divenendo uno dei protagonisti della Scuola di Piazza del Popolo. Le sue opere, caratterizzate da sagome, segnaletica e icone stilizzate, esplorano i linguaggi della comunicazione di massa. Nel 1975 fonda il Gruppo Trousse, concentrandosi sul teatro e sulle dinamiche percettive, per poi tornare alla pittura alla fine degli anni Ottanta. È autore di installazioni celebri come Fermata d’autobus (1995) e Separè (2007, GNAM). È scomparso a Roma nel 2014.

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