Philadelphia si prepara ad accogliere un nuovo spazio d’arte unico nel suo genere. Il 21 settembre 2025 aprono al pubblico i Calder Gardens, un progetto attesissimo che celebra l’eredità di Alexander Calder, uno degli artisti più influenti del XX secolo, nato proprio in questa città.
I Calder Gardens sorgono lungo il Benjamin Franklin Parkway, il viale delle istituzioni culturali che ospita già la Barnes Foundation, il Rodin Museum e il Franklin Institute. Qui, architettura, natura e arte convivono in un santuario urbano pensato per invitare i visitatori a rallentare, riflettere e vivere le opere di Calder in un contesto intimo e contemplativo.
Il complesso è stato progettato dallo studio Herzog & de Meuron, vincitore del Premio Pritzker, con un paesaggio firmato dal celebre paesaggista Piet Oudolf, autore di alcuni dei giardini più iconici al mondo (tra cui l’High Line di New York). Gli spazi espositivi, in parte sotterranei e illuminati naturalmente, ospitano mobiles, stabiles, dipinti e disegni di Calder in continua rotazione. Le opere non hanno didascalie o pannelli esplicativi: l’esperienza è pensata per essere personale e immersiva, lasciando che sia l’arte a parlare.
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I giardini, composti da piante autoctone e specie floreali che cambiano nel corso delle stagioni, dialogano con le sculture creando un paesaggio vivo e in trasformazione. Alcune opere resteranno per anni, altre solo per pochi mesi, incoraggiando i visitatori a tornare più volte per scoprire nuove prospettive.
L’apertura sarà anticipata il 20 settembre da Chaos and Kisses, una parata gratuita e partecipativa ideata dall’artista e musicista Arto Lindsay. Ma Calder Gardens non si limiterà a ospitare mostre: sono in programma performance, installazioni sonore, proiezioni e incontri, pensati per legare la visione di Calder al presente.
Architettura e paesaggio: un’esperienza pensata per durare nel tempo
«Per questo incarico – dal sito, al mandato aperto, al processo progettuale – mi sono concentrato più sullo spazio che sulla forma, arrivando a esplorare aree sotterranee e a scoprire gli spazi definitivi della struttura. – spiega Jacques Herzog – Calder Gardens incarna una sorta di architettura del non-design, che permette alle opere d’arte di esprimere la loro diversità e ambiguità in numerosi contesti spaziali differenti. È un luogo dove sedersi, passeggiare e osservare, sia la natura che l’arte, con la stessa naturalezza con cui ci si siede sotto un albero».
A completare il progetto, il paesaggio disegnato da Piet Oudolf, che ha selezionato piante e fioriture per far dialogare le opere di Calder con un giardino in continuo cambiamento. «Ho progettato un paesaggio che risponde non solo alle condizioni specifiche del sito, ma anche all’adesione di Calder verso il movimento e il cambiamento come elementi distintivi della sua arte. Le sculture e le piante si muoveranno nel tempo a velocità diverse, in relazione tra loro e con le stagioni, per molti anni a venire. Non vedo l’ora di osservare questo processo», racconta Oudolf.
A partire da domenica 21 settembre, Calder Gardens sarà aperto da mercoledì a lunedì, dalle 11 alle 17. Abbonamenti e biglietti sono già disponibili su caldergardens.org.