Fedez e Francesca Michielin raccontano il brano ‘Chiamami per nome’, che porteranno sul palco a Sanremo 2021.

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Si intitola Chiamami per nome il brano che Fedez e Francesca Michielin porteranno sul palco dell’Ariston in occasione del Festival di Sanremo 2021. Il brano, scritto da Federico Lucia, Francesca Michielin, Davide Simonetta, Alessandro Mahmoud, Alessandro Raina e prodotto da d.whale, segna il ritorno dei due artisti che tornano a collaborare e ad esibirsi insieme dopo i successi di Magnifico e Cigno Nero.

«Sono felice e molto emozionata di tornare a Sanremo e di farlo con Federico. – esordisce subito Francesca – Ci siamo ritrovati dopo una decina d’anni. Ci siamo incontrati di nuovo e, con l’emozione scaturita da questo incontro, abbiamo deciso di tornare a lavorare insieme. La prima volta a Sanremo è stata un’emozione pazzesca. Quest’anno sono un po’ più grande e avrò 26 anni, la vivrò come un’esperienza nuova. Soprattutto, avrò un monolocale».

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Per Fedez si tratta invece della prima volta a Sanremo e Federico sottolinea quanto per lui sia «tutto nuovo».

«Sto scoprendo ritualità fantastiche di questa grande tradizione. – dice – Io e Francesca ci siamo ritrovati più o meno casualmente in questo periodo e abbiamo deciso di provare a fare sessioni in studio del tutto nuove. Abbiamo provato a trovarci in studio. Per me è stato un momento di socialità importante, anche solo darci appuntamento su zoom con Mahmood e Francesca era un’emozione. La routine era pesante ed è davvero una ventata di freschezza. Ho un po’ di ansietta per questo primo Sanremo, ma c’è voglia di vivermi questo Sanremo come tale. Non c’è un progetto discografico mio che verrà promosso, il progetto da promuovere è il repack di FEAT. Io volevo vivere questo momento come un’esperienza vera e propria».

Chiamami per nome a Sanremo, Fedez e Francesca Michielin sul sound minimal

Chiamami per nome sarà appunto inserito in FEAT (Fuori dagli spazi), in uscita il 5 marzo.

«Questa canzone mi emoziona molto. – dice Francesca – Non mi succede automaticamente spesso. Anche in sala prove mi viene la lacrimuccia. Sono felice di portarlo sul palco dell’Ariston. Rispetto alle collaborazioni passate, qui si evince che c’è una consapevolezza e un’evoluzione diversa sia testuale che musicale. Il testo può essere d’amore, ma è trasversale rispetto a Magnifico e Cigno Nero. Ha una struttura diversa, l’arrangiamento è minimale e, come mia coperta di Linus, c’è il synth Korg M1. In particolare, c’è il suono Universe (preset 00, ndr) che è quello con cui giocavo da piccola. Poi con l’orchestra ha una versione bellissima».

«Già entrare in una stanza con sessanta persone in questo momento è un’emozione. – aggiunge Fedez parlando dell’orchestra – Non ho mai suonato con un’orchestra completa. Le prove sono andate bene e ho scoperto il rito dell’applausino. Secondo me l’hanno fatto a tutti per cordialità, ma hanno detto che l’hanno fatto solo a noi. Di altro, che dire? La mia strofa affronta tematiche basic, come il privilegio della speranza. Mi è piaciuto il viaggio per arrivare al brano ed è stata una boccata d’ossigeno».

Fedez ricorda che l’unica volta a Sanremo risale a quando era il manager pro bono di Lorenzo Fragola. «Quando era su quel palco dissi Io al posto suo non ce la farei mai. Per come sono fatto io non sarei stato in grado di gestirla».

E sullo spoiler? «Quando è avvenuto il fattaccio, Francesca poteva dirmi qualsiasi cosa e per assurdo, invece, mi dava supporto psicologico sulla cosa. Il giorno dopo ho detto Ne siamo usciti più uniti e mi hanno mandato tutti a ca*are. Secondo me è vero».