Roma si prepara a vivere il Natale in uno dei suoi luoghi più iconici. Tra il Palatino e l’affaccio spettacolare sul Circo Massimo, torna Ficus al Massimo Xmas Edition, il mercatino di Natale dalla formula unica. L’evento, infatti, ha saputo conquistare visitatori italiani e internazionali unendo creatività contemporanea e storia millenaria. L’appuntamento è per sabato 20 e domenica 21 dicembre, dalle 10:30 alle 20:00, negli spazi del Garum Museo della Cucina, in via dei Cerchi 87. L’ingresso è gratuito.
Non un semplice mercatino, ma un’esperienza immersiva che prende forma all’interno di un museo unico al mondo. Dove l’archeologia non fa da sfondo, ma diventa parte integrante del percorso. Tra sale monumentali, capitelli, teste marmoree e reperti storici, Ficus al Massimo supera il concetto tradizionale di shopping natalizio per trasformarsi in un viaggio sensoriale, in cui passato e presente dialogano senza soluzione di continuità.
Negli anni Ficus al Massimo si è affermato come un vero e proprio fenomeno internazionale. C’è chi arriva appositamente da fuori città (e dall’estero) per viverlo, fotografarlo e raccontarlo. Un evento che restituisce a Roma il ruolo di palcoscenico globale della creatività indipendente, soprattutto nel periodo più magico dell’anno.
Oltre 2.000 idee regalo accuratamente selezionate compongono un’offerta che spazia dall’artigianato d’autore al design, dal vintage di qualità alle produzioni indipendenti. Ogni oggetto racconta una storia, un gesto creativo, una visione. Qui non si acquista semplicemente un prodotto: si porta a casa un’emozione.
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La visita a Ficus al Massimo è anche l’occasione per scoprire, gratuitamente, la straordinaria collezione del Garum Museo della Cucina, considerata una delle più importanti raccolte private di arti e letterature culinarie al mondo. Libri rari, prime edizioni a stampa di ricette iconiche e migliaia di utensili e oggetti raccontano secoli di cultura gastronomica. Tra questi, gli stampi barocchi per il gelato del Seicento, le cucine a gas degli anni Cinquanta, le mezzine ottocentesche e le macchine per la pasta contemporanee.
Immagini da Ufficio Stampa