Una città nella città. Un quartiere nel quartiere. Rebibbia è il polo penitenziario più grande d’Italia, con una sezione femminile tra le più vaste d’Europa. Ogni giorno qui si svegliano oltre duemila persone detenute, mentre centinaia entrano ed escono per lavoro, assistenza o per far visita ai propri familiari.
Hyperlocal – la piattaforma editoriale che da quattro anni racconta comunità, luoghi simbolici e scene culturali e artistiche delle città del mondo – fino al 18 dicembre dedica un nuovo progetto a questo territorio complesso e stratificato. L’iniziativa nasce in occasione del Giubileo dei Detenuti previsto per domenica 14 dicembre 2025. A un anno esatto dall’apertura, da parte di Papa Francesco, della quinta Porta Santa all’interno del carcere, lo scorso 26 dicembre 2024.
Per Rebibbia, Hyperlocal realizza un numero speciale del suo Magazine e un percorso di eventi che uniscono mostra pubblica, video, testi, immagini e testimonianze dirette. Un racconto corale che attraversa la vita quotidiana del carcere grazie al lavoro di scrittori, fotografe, fotografi e contributor che hanno costruito, insieme ai detenuti, una nuova narrazione del luogo.
Un racconto “alla rovescia” nato dall’interno del carcere
Il progetto prende forma soprattutto nel Nuovo Complesso, uno dei quattro istituti che compongono il polo di Rebibbia. Qui, un gruppo di diciassette detenuti, in due mesi di attività, è diventato parte integrante della redazione. Da questo lavoro condiviso nasce Hyperlocal Rebibbia, che racconta un Mondo alla rovescia. Ovvero una realtà in cui le dinamiche quotidiane sono così simili – e al tempo stesso opposte – a quelle della vita libera, da generare continui cortocircuiti e invitare a nuove riflessioni.
Il magazine realizzato durante il progetto sarà affisso nel Nuovo Complesso dal 4 dicembre, all’interno dell’area verde che costeggia la Porta Santa e la Chiesa del Padre Nostro. I contenuti saranno consultabili dall’intera comunità carceraria e, soprattutto, da chi ha contribuito alla loro creazione.
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All’esterno, dal 4 al 18 dicembre, 120 poster verranno esposti in una mostra a cielo aperto sulle 20 tabelle metalliche dello slargo davanti alla fermata della Metro B Rebibbia. Un ponte ideale tra il carcere e la popolazione del quartiere che ogni giorno attraversa questo tratto di Tiburtina.
Il progetto include anche un video di presentazione diretto da Alain Parroni, dedicato al rapporto tra detenuti e quartiere e illustrazioni di Oscar Frosi (@matrioscar). Inoltre, sono presenti materiali d’archivio di chi, negli anni, ha raccontato Rebibbia: dai progetti architettonici di Sergio Lenci alle immagini di Tano D’Amico e Angelo Turetta, fino alle foto di scena di Fuori di Mario Martone e di Cesare deve morire dei Fratelli Taviani.
E ancora. documenti delle compagnie teatrali La Ribalta e Le Donne del Muro Alto e la corrispondenza originale della detenuta trans Fernanda Farias De Albuquerque, da cui nacque negli anni Novanta il romanzo Princesa.
Due talk per raccontare il carcere da prospettive diverse
Gli appuntamenti pubblici si terranno alla Casa del Municipio Roma IV “Ipazia di Alessandria” (Viale Rousseau 90), accompagnati dalla proiezione del video Hyperlocal Rebibbia. The Prison as a Neighborhood: Inside the Rebibbia Penitentiary Complex. Questo il calendario:
4 dicembre – ore 18.30 Prison as Narrative Subject moderato da Eleonora Tundo, giornalista Rai. Intervengono:
- Edoardo Albinati, Premio Strega, per trent’anni docente a Rebibbia;
- Francesca D’Aloja, scrittrice e regista;
- la redazione di Hyperlocal;
- contributor del progetto: Nicola Gerundino, Giulio Pecci, Isabella De Silvestro, Federica Delogu, Lavinia Parlamenti.
Un incontro dedicato ai percorsi di rinascita e alla costruzione di nuovi alfabeti per raccontare il carcere: non più “ex-detenuti”, ma persone con storie, talenti e identità complesse.
11 dicembre – ore 18.30 Forward the Unseen con focus su teatro, video e fotografia come strumenti di trasformazione e libertà all’interno del carcere. Intervengono:
- Tano D’Amico, fotografo;
- Alain Parroni, regista;
- Fabio Cavalli, fondatore del Teatro Libero di Rebibbia;
- Francesca Tricarico, ideatrice del progetto “Le Donne del Muro Alto”.
Un dialogo su come le arti performative e visive possano offrire nuovi ruoli sociali, linguaggi e spazi di espressione a chi vive in detenzione.
Immagini Archivio Lenci