Quayola accende il Gazometro di Roma con ‘Solar’: luce, tempo e memoria digitale per Videocittà 2025

Dal 3 al 6 luglio, l’imponente struttura del Gazometro di Roma diventa il cuore pulsante di Videocittà 2025, il Festival della Visione e della Cultura Digitale. E a dominare la scena è Solar, l’installazione site-specific firmata dall’artista Quayola, prodotta da Eni, curata da Videocittà in collaborazione con The Bentway Toronto. Un’opera monumentale e poetica che trasforma il Gazometro G4 in un enorme dispositivo luminoso, un sole artificiale che celebra la luce come principio vitale e narrazione del tempo.

Un’alba digitale senza fine

Ispirata al fenomeno ottico dei raggi crepuscolari, Solar riproduce un ciclo infinito di albe e tramonti digitali. L’installazione restituisce allo spazio urbano un ritmo cosmico: fasci di luce che squarciano l’oscurità in una danza continua, scolpendo l’architettura con la materia viva della luce. Con Solar, Quayola firma un’opera che è al tempo stesso esperienza visiva e riflessione sul paesaggio contemporaneo, sulla memoria delle forme e sull’intelligenza delle macchine.

La struttura stessa del Gazometro – uno scheletro metallico alto 92 metri che veglia sulla zona Ostiense – diventa schermo, organismo e lente: il punto d’incontro tra archeologia industriale e immaginario digitale. Un totem urbano che, per quattro sere, si accende di vita nuova.

La poetica di Quayola: tra codice e classicismo

Quayola è noto per la sua capacità di fondere tecnologia e tradizione artistica. Il suo lavoro si muove nel dialogo tra arte classica e linguaggi algoritmici, tra geometrie rinascimentali e sintassi generative. Le sue opere non si limitano a rappresentare: ricostruiscono, rielaborano, rivelano pattern nascosti nella natura e nell’arte.

In Solar, l’artista romano amplia questa ricerca, costruendo un ambiente immersivo in cui la luce diventa vettore di trasformazione. L’installazione non è semplicemente una proiezione, ma un ecosistema digitale in continuo mutamento: un’opera che vive del tempo, reagisce al buio, riscrive ogni sera il proprio vocabolario visivo. È un ciclo astratto, ma al tempo stesso universale, che rimanda ai ritmi della natura e della memoria umana.

Il Sole, simbolo di vita e tecnologia

Il tema scelto da Videocittà 2025 è il Sole, in omaggio all’800° anniversario del Cantico delle Creature di San Francesco. Il sole come simbolo di energia e rinascita, ma anche come metafora del potenziale trasformativo dell’arte e della tecnologia. Solar incarna perfettamente questo spirito: un inno alla luce come forma primaria dell’esistenza e come linguaggio espressivo.

Nel contesto della programmazione firmata da Francesco Dobrovich, Solar si pone come l’opera-simbolo di un festival che da otto edizioni esplora le connessioni tra creatività, digitale e spazio urbano. Una riflessione visiva e concettuale che trasforma la città, non solo nel suo skyline, ma nella percezione collettiva dell’esperienza artistica.

Un’esperienza accessibile e partecipata

L’installazione sarà accessibile ogni sera durante il festival, con biglietti a fasce orarie per gestire il flusso di pubblico. I possessori dei biglietti Plus avranno accesso prioritario e illimitato. Solar è anche un simbolo della collaborazione tra arte, impresa e territorio: l’intervento è infatti parte del progetto ROAD di Eni, che trasforma l’area del Gazometro in distretto dell’innovazione tecnologica e culturale.

Oltre Solar: videoarte, intelligenza artificiale e realtà virtuale

Accanto alla grande opera di Quayola, Videocittà 2025 propone un programma ricchissimo che intreccia arte contemporanea, tecnologia immersiva e nuovi linguaggi digitali. Sulla Terrazza G3 prende forma una rassegna di videoarte internazionale con nomi di primo piano come Lu Yang, Lawrence Lek e Federica Di Pietrantonio, mentre l’installazione Humanae firmata dallo studio Machinezero fonde suono, luce e interazione in un’esperienza ipnotica.

Nelle aree dedicate alla VR, il pubblico potrà immergersi in progetti d’avanguardia come Ayahuasca – Kosmic Journey di Jan Kounen, #Alphaloop_VR di Adelin Schweitzer e NEBULA di Omar Rashid, oltre a contenuti curati da Rai Cinema e IMPERSIVE. Non mancano talk e riflessioni sul futuro dell’AI con ospiti come Gary Hustwit (regista di ENO, primo documentario generativo su Brian Eno) e Simone Arcagni, accanto alla rassegna Arte Settima, moderata da Nicolas Ballario. Il programma si arricchisce infine con CO-VISION, installazione e serie di incontri dedicati al Pinus pinea, simbolo naturale e culturale di Roma.

Live audiovisivi e musica elettronica: da Dardust a Caribou, da Victoria De Angelis a Max Cooper

Il palinsesto musicale di Videocittà 2025 è un viaggio tra le frontiere più visionarie della musica elettronica e della performance AV. Ogni sera, sul main stage, si alternano artisti italiani e internazionali che fondono suono, immagine e spazio in esperienze immersive: da fuse* con Onirica, alla bassista dei Måneskin Victoria De Angelis con un set audiovisivo inedito. Venerdì 4 luglio arriva Max Cooper con il suo nuovo album On Being, accanto alla performance di okgiorgio, mentre sabato 5 luglio sarà il turno di Caribou, Ela Minus, Ascendant Vierge e Camoufly con visual site-specific di Alessandra Vuillermin.

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Domenica 6 luglio si chiude in bellezza con Dardust in Urban Impressionism, uno show AV firmato da Franz Rosati, che fonde pianoforte, arte generativa e architettura digitale. Durante il tramonto, il Cam Sugar Soundsystem con Lorenzo Morresi animerà la chiusura del festival con un dj set tropicale tra mambo, samba ed elettronica. Un viaggio sonoro e visivo che celebra il digitale come linguaggio totale, pronto a riscrivere la scena culturale italiana.