Giulia Martina Weston, direttrice dell’atenea ACLA: Il nuovo umanesimo e l’arte di Linda Karshan

In occasione della mostra di Linda Karshan De Humana Mensura al Palazzo della Cancelleria di Roma, incontriamo Giulia Martina Weston, direttrice di Acla, Athenaeum Comelianum de Litteris e Artibus, l’ateneo di Fondazione Comel dedicata alle arti e lettere. 

Revenews: Qual’è il ruolo dell’umanesimo nell’arte contemporanea? 

Giulia Martina Weston: Il ruolo dell’umanesimo nell’arte contemporanea è un ruolo trainante perché l’arte contemporanea può permetterci di riscoprire alcuni valori perduti nella società e che invece nel Rinascimento avevano un ruolo fondamentale. Il valore dell’equilibrio, il valore delle eleganze, della grazia. Non esiste forse una distinzione netta tra arte del passato e arte del presente, tutta l’arte è contemporanea, anche i valori di Michelangelo, di Leonardo, di Caravaggio possono essere inseriti e possono essere compresi a pieno nella società in cui viviamo

R: In questo mostra della Karshan rivediamo dei chiari riferimenti a Leonardo da Vinci, al Codice Atlantico e a tutti questi grandi studi di Leonardo, l’uomo vitruviano, in particolare colpisce l’opera Shell.

GMW: Shell è un’immagine assolutamente enigmatica infatti non a caso è stata scelta come manifesto e come logo di ACLA ovvero l’Ateneo dedicato alle lettere e alle arti della Fondazione Comel di Pisa, Shell è un’immagine che ricorda la figura della conchiglia nautilus ed è molto interessante perché è un’immagine che implica un accrescimento implica uno sviluppo organico nello spazio. E’ un’immagine che cattura in un momento la tensione e il moto, anche cosmico per cui da un lato ci ricorda come tutta l’arte di Linda Karshan poi sia figurativa anche se sembra astratta. Penso che Shell sia un’immagine particolarmente potente perché esprime perfettamente il rapporto che c’è tra tempo e spazio iscritto sulla carta, con graffite su carta, questa è la tecnica. 

R: Un’artista che riconosce nelle regole dell’universo la matematica e i numeri una serie di Fibonacci la ritroviamo in Shell e la ritroviamo comunque in molti richiami ai suoi numeri ma anche nella sua stessa performance.

GMW: Esattamente, il ritmo è un aspetto fondamentale perché l’arte di Linda Karshan in particolar modo quella prodotta a partire dal 1994 è un’arte performativa, ritmica, che si basa su una sequenza numerica 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e l’artista ruota in senso antiorario il foglio su cui iscrive dei segni con la graffite che quindi vanno a formare delle figure, per questo i disegni sono anche opere trovate perché sono delle sorprese per l’artista stessa che si abbandona al ritmo nella furia creativa, avrebbe detto Leonardo da Vinci.

R: La tensione come chiave, ci vuoi riproporre questo concetto? 

GMW: A mio avviso nelle linee tese e cariche di energia di Linda Karchan si ravvisa l’energia, la carica dell’uomo nella sua creatività la bellezza dell’estetica di Linda risiede anche in quelle piccole imperfezioni che rendono le sue forme non perfettamente geometriche ma umane quella tensione delle linee leggermente imperfette ci ricorda veramente la tensione dell’arte ma anche la meravigliosa imperfezione che ci accomuna e per certi aspetti è molto interessante anche il concetto proprio di limite che queste forme vanno ad abbracciare, quasi a toccare. 

La parola orlo stessa è tratta dalla letteratura di Leon Battista Alberti che prescrive agli artisti di disegnare prima il contorno, ovvero l’orlo delle figure e con quell’orlo c’è la pienezza dell’essere e ciò che separa l’uomo dal cosmo.

Orlo, photograph by Tom Fecht, 2008, 76 x 56 cm and Orlo Reversed, photograph by Tom Fecht, 2008, 76 x 56 cm / courtesy of the artist

R: Sei presente qui come partner dell’evento con la Fondazione Come e con ACLA, ci vuoi parlare del lavoro che state facendo? 

GMW: Questa storia nasce nel 2022 con una mostra The Universe on Paper, The Art of Linda Karshan che è stata la prima mostra che ho avuto il piacere di curare ospitata dalla Fondazione Comel di Pisa. Marcello Comel è stato un importante medico, dermatologo, un luminare anche per quanto riguarda l’umanità del medico.

Marcello Comel è stato anche un collezionista amante dell’arte e della letteratura che aveva immaginato che all’interno della fondazione ci sarebbe stata una sezione dedicata alle arti, alle lettere e dunque in seguito a questa mostra il Presidente e il Vicepresidente hanno reputato opportuno dar vita a questo centro di studi, ACLA,  di cui Linda Karshan è Presidente e io sono Direttrice e il nostro obiettivo è quello di rivolgerci a un pubblico internazionale è quello di riscoprire anche la collezione di Marcello Comel infatti la nostra prima iniziativa è stata una grande mostra nel 2024 intitolata Legacy and Visions From Comel to Karshan che ha presentato le opere, soprattutto opere dell’Ottocento e del Novecento Italiano della fondazione Comel insieme a un nucleo di opere che Linda ha donato alla fondazione quindi c’è questo nuovo nucleo dell’arte del ventunesimo secolo ed è importante anche ricordare che tutte le iniziative che noi sponsorizziamo e organizziamo sono gratuite e questo fa parte della nostra mission.