MUPA, il Museo del Patriarcato che immagina il 2025 come un’epoca da archeologia sociale

Uno scenario utopico dove la distopia è rimasta nel passato, invece che nel futuro: questa è la storia che ci racconta il Mupa, il Museo del Patriarcato, una parola che sembra arrivare direttamente dal 1984 di Orwell e che ci mette di fronte alle due velocità a cui corre il mondo di oggi, interconnesso e tecnologico ma innegabilmente arretrato di fronte ai temi della violenza di genere.

Il Mupa, un progetto di ActionAid aperto in via Flaminia 122 a Roma è un’esposizione che mette in scena il 2025 come se fosse un’epoca lontana: attraverso opere, reperti e testimonianze, la mostra ci obbliga a guardare come reperti del passato comportamenti, abitudini e narrazioni che ancora oggi alimentano la violenza maschile sulle donne e sulle soggettività marginalizzate per la propria identità di genere. Tenendo a mente che sono invece drammaticamente attuali.

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MUPA, il Museo del Patriarcato apre il 20 novembre a Roma

Il 20 novembre il MUPA apre al pubblico, inaugurando una sei giorni fra eventi, talk, spettacoli live e sostegno alle manifestazioni di piazza per la ricorrenza del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Si parlerà di corpi, di violenza, di maternità, di controllo e di ricamo, insieme a volti noti dello spettacolo e dei social, ma anche insieme alle tante donne che porteranno la loro esperienza.

Il catalogo delle opere in mostra è una rassegna in bilico fra “cringe” e tragico, con una sfumatura di ironia: si va dalle foto di Porta a Porta con un parterre di uomini che discutono di aborto alle immagini in monetine del gender gap, dalla canotta della vittimizzazione secondaria al plastico della molestia in autobus, fino alle ante spaccate dai pugni e al sussidiario che sembra degli anni ’50 ma non lo è. Non manca la ricca rassegna stampa all’insegna di sessismo e stereotipi di genere: nei titoli dei mass media le donne perdono invariabilmente il cognome e il titolo professionale, diventando “una donna”, “una mamma”, “Sara”, “Valentina” e via discorrendo.

Un autentico viaggio tra gli oggetti, i gesti e le parole che hanno plasmato la cultura patriarcale, per ricordare quanto sia necessario che resti (diventi?) un capitolo storico definitivamente chiuso.

Il MUPA aprirà le porte al pubblico a Roma presso lo Spazio AlbumArte in Via Flaminia 122 e sarà visitabile in anteprima mondiale fino al 25 Novembre. Dal sito di Action Aid è possibile acquistare gadget a tema MUPA per sostenere le attività contro la violenza di genere.

Foto: Stormi Studio