A 28 anni, Rama Sawaf Duwaji è la nuova first lady di New York, ma soprattutto una delle voci artistiche più interessanti della sua generazione. Illustratrice, animatrice e ceramista siriano-americana, Duwaji rappresenta quella Gen Z cosmopolita che ha fatto dell’arte un linguaggio di resistenza e di cura. Il suo lavoro attraversa identità, migrazione, corpo e salute mentale: temi personali e politici insieme, tradotti in immagini essenziali, corpi morbidi e sguardi che si riconoscono.
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Nata a Houston da genitori siriani e cresciuta tra Dubai e Doha, Duwaji ha studiato Illustration as Visual Essay alla School of Visual Arts di New York, dove ha realizzato una tesi sul valore del condividere un pasto come gesto artistico e comunitario. La sua è un’estetica della prossimità: disegni che parlano di sorellanza e intimità, spesso ambientati in spazi domestici o situazioni quotidiane. «Uso il ritratto per esplorare le sfumature della vita condivisa tra donne: le relazioni, i gesti, i piccoli riti che ci tengono insieme», ha raccontato.
Chi è Rama Duwaji, artista e first lady di New York
Le sue illustrazioni sono apparse su The New Yorker, The Washington Post, BBC, Apple, Spotify, Tate Modern e VICE, ma il suo immaginario resta legato a una dimensione intima e politica al tempo stesso. Nelle serie Razor Burn e Small Wins, Duwaji affronta temi come la dismorfia corporea, i disturbi mentali e la pressione degli standard di bellezza eurocentrici. Le sue protagoniste — donne arabe, mediorientali, nere — non cercano di compiacere: esistono, semplicemente. Con i loro corpi, i loro capelli, le loro ferite.
In un’intervista a Shado Mag, Duwaji ha raccontato come l’esperienza del vivere tra due mondi abbia definito la sua ricerca: «Negli Emirati ero l’americana, negli Stati Uniti ero l’araba. La mia identità cambiava con lo spazio. L’arte è diventata il modo per riconciliarmi con tutto questo». Da qui nasce il suo lavoro più ampio: smontare gli stereotipi dell’identità femminile e araba attraverso la rappresentazione diretta e affettuosa del reale.
L’arte come sorellanza e atto politico
Oltre al digitale, Duwaji lavora con la ceramica, creando piatti e oggetti illustrati a mano che mescolano tradizione e contemporaneità. Nei suoi workshop, insegna a disegnare e modellare come pratiche terapeutiche: «Quando il mondo brucia, tornare a costruire con le mani è un atto di guarigione collettiva».
La sua arte è profondamente politica, ma non militante: preferisce la tenerezza al manifesto, la narrazione personale alla denuncia. Dal 2023 ha dedicato opere al genocidio di Gaza, al conflitto in Sudan, alla condizione delle donne mediorientali, scegliendo la potenza del segno per raccontare ciò che spesso i media semplificano. Le sue illustrazioni, condivise da artisti e attivisti di tutto il mondo, sono diventate icone visive di una generazione che usa l’arte per resistere all’indifferenza.
Una First Lady della Gen Z che parla con il disegno
Da gennaio 2026, Duwaji sarà ufficialmente la prima First Lady di New York appartenente alla Gen Z, accanto al marito Zohran Mamdani, eletto sindaco nel 2025. Ma la sua figura va ben oltre il ruolo istituzionale: in una città dove la cultura è una forma di potere, la presenza di un’artista di questa sensibilità a Gracie Mansion potrebbe segnare una svolta.
Una first lady che ha esposto al Tate Modern, insegnato illustrazione con It’s Nice That e costruito comunità artistiche nel Queens e a Brooklyn, porta con sé un messaggio chiaro: l’arte non è decorazione, ma linguaggio politico e sociale.
In un’epoca in cui i confini tra pubblico e privato, tra estetica e attivismo, sono sempre più sottili, Rama Duwaji incarna una nuova idea di leadership culturale. La sua voce è disegnata, non urlata. E forse è proprio questo il suo potere più radicale.
Foto: Shutterstock