Milo Manara omaggia i carabinieri di Castel d’Azzano: l’arte come atto di memoria

Un carabiniere in uniforme, lo sguardo serio ma composto, emerge da un fondale dorato. Alle sue spalle, appena accennate in trasparenza, una madre e un bambino si abbracciano in un gesto semplice, universale, che diventa simbolo di protezione e sacrificio. È questa l’immagine realizzata da Milo Manara in omaggio ai tre carabinieri morti a Castel d’Azzano (Verona), durante un intervento di sgombero conclusosi tragicamente con un’esplosione che ha spezzato tre vite.

L’illustrazione, diffusa dall’artista stesso sui canali social, racconta senza parole ciò che spesso la cronaca non riesce a restituire: la dimensione umana dietro l’uniforme. Con il suo tratto inconfondibile, Manara sceglie di mettere al centro l’essenza del servizio e della dedizione, non la tragedia

Il carabiniere raffigurato non mostra dolore né eroismo ostentato, ma una compostezza silenziosa che diventa la voce di chi non c’è più. Sullo sfondo, quella madre che stringe il figlio evoca l’abbraccio collettivo di un Paese intero.

La tragedia è avvenuta nella mattina del 14 ottobre 2025, quando un’esplosione ha distrutto un casolare in via Ronchi a Castel d’Azzano, durante un intervento di sgombero. A perdere la vita sono stati i carabinieri Emanuele, Davide e Matteo Maccario, richiamati sul posto per assistere le operazioni. Una deflagrazione improvvisa che non ha lasciato loro scampo.

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L’omaggio di Manara assume il valore di un rito laico: un atto d’arte che diventa gesto di memoria. Il maestro veronese sceglie ancora una volta di raccontare l’umanità attraverso il disegno. La delicatezza dei tratti, la scelta dei toni caldi e la presenza del bambino e della madre restituiscono al gesto dei carabinieri il significato più profondo: la tutela della vita, anche a costo della propria.

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