Dalle Sfere nelle piazze italiane alla colonna dell’Expo fino all’Obelisco all’EUR e al Grande Disco a Milano: ecco alcune iconiche sculture dell’artista scomparso.
Arnaldo Pomodoro, maestro della scultura contemporanea scomparso domenica 22 giugno alla vigilia del suo 99esimo compleanno, ha lasciato un’impronta indelebile nelle piazze italiane e del mondo con le sue opere monumentali. Conosciuto per le sue sfere di bronzo che si “squarciano” rivelando complessi meccanismi interni, Pomodoro ha trasformato spazi urbani in gallerie a cielo aperto, spesso senza che il pubblico ne riconosca la firma.
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Esploriamo cinque opere iconiche sparse per l’Italia che potresti aver ammirato senza sapere fossero sue. Un viaggio nell’arte che celebra la sua eredità, perfetto per gli amanti della cultura contemporanea.
Novecento: l’obelisco nel quartiere EUR a Roma
Uno dei simboli più imponenti di Pomodoro si trova a Roma, nel quartiere EUR, in piazzale Nervi. L’opera Novecento, completata nel 2004, è un obelisco spiraliforme alto 21 metri, circondato da una vasca d’acqua che tracima, creando un effetto visivo suggestivo. La sua forma crescente riflette un senso di progresso ed elevazione, ispirato alle piazze romane antiche con i loro obelischi.

La superficie bronzea alterna geometrie perfette a fratture che simboleggiano le complessità del XX secolo, un periodo che Pomodoro ha vissuto intensamente. Se sei passato da qui, magari diretto allo Stadio Olimpico, potresti averlo notato senza collegarlo al maestro. La sua posizione, in dialogo con il Palazzo dello Sport di Nervi e Piacentini, lo rende un punto di riferimento urbano che mescola storia e modernità.
Sfera Grande: la colonna dell’Expo a Roma
Un’altra opera monumentale è la Sfera Grande, realizzata nel 1967 per l’Expo di Montreal e oggi contemplabile davanti alla Farnesina a Roma. Con i suoi 3,5 metri di diametro, questa sfera di bronzo lucido si “apre” rivelando un interno caotico, marchio distintivo di Pomodoro. Rappresenta il suo passaggio alle grandi dimensioni, un’aspirazione che lui stesso definiva come l’ambientazione delle sue creazioni “tra la gente, nelle piazze e nel verde”.

Passeggiando lungo via della Farnesina, potresti averla incrociata senza sapere che segna l’inizio della sua carriera monumentale. La sua presenza a Roma testimonia il legame dell’artista con la capitale, dove ha lasciato diverse tracce del suo genio geometrico.
Grande Disco: il simbolo di Piazza Meda a Milano
A Milano, in piazza Meda, troneggia il Grande Disco, opera del 1982 che cattura l’attenzione con la sua perfezione esterna e il caos interno. Questa sfera bronzea, alta oltre tre metri, si trova nel cuore della città in uno snodo frequentato da milanesi e turisti. Pomodoro l’ha concepita come un invito a esplorare l’interno, un contrasto tra forma levigata e complessità nascosta che riflette la sua visione dell’umanità.

Se hai passeggiato in questa zona centrale, potresti averla fotografata senza collegarla al nome di Pomodoro, eppure è una delle sue creazioni più celebri, replicata anche in luoghi come le Nazioni Unite a New York.
La Colonna del Viaggiatore a Spoleto
A Spoleto, in Viale Trento e Trieste, si erge la Colonna del Viaggiatore, realizzata nel 1962. Questa scultura alta e slanciata, in bronzo, presenta tagli e incisioni che evocano un viaggio interiore, da sempre tema caro all’artista. Un’opera che si integra con l’architettura storica della città umbra, creando un dialogo tra passato e presente.
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Se hai visitato Spoleto, magari durante il Festival dei Due Mondi, potresti averla incrociata senza riconoscerne l’autore. Pomodoro la dedicò ai viaggiatori, in omaggio alla sua esperienza internazionale, che lo portò a insegnare in università come Stanford e Berkeley.
Sfera Grande: l’icona di Piazza della Libertà a Pesaro
Tornando nella terra natale di Pomodoro, a Pesaro, in Piazza della Libertà, si trova un’altra Sfera Grande, realizzata tra il 1966 e 1967. Questa versione, simile a quella di Roma, si distingue per il suo contesto costiero, dove il bronzo lucido riflette il mare Adriatico. L’opera, con i suoi squarci interni, simboleggia la ricerca di Pomodoro di un’arte che interagisca con l’ambiente.

Se sei stato nelle Marche, potresti averla ammirata senza sapere che è un’opera del maestro, un legame profondo con le sue radici nel Montefeltro. La sua presenza a Pesaro sottolinea il suo desiderio di rendere l’arte accessibile alla comunità.
L’eredità di Pomodoro nelle piazze Italiane
Arnaldo Pomodoro, nato nel 1926 a Morciano di Romagna, ha sviluppato un linguaggio unico a partire dagli anni Cinquanta, passando dall’oreficeria alla scultura monumentale. La sua passione per la geometria solida – sfere, colonne, obelischi – si è evoluta in opere che “rompono” la perfezione esterna per rivelare un interno complesso, un riflesso delle contraddizioni del nostro tempo.
La notizia della sua scomparsa, diffusa lunedì 23 giugno, ha suscitato un’ondata di commozione sui social, dove il suo stile visionario è celebrato come un’eredità per le generazioni future. La Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano, da lui fondata nel 1995, continuerà a promuovere la sua opera “attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale. Di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società”.
“Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”, conclude Carlotta Montebello, Direttore generale.
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