In occasione della Giornata Mondiale del vento, ecco un viaggio artistico da Botticelli a Sōtatsu per celebrare la forza eolica.
Ogni 15 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Vento, elemento naturale che da sempre ispira il mito e l’arte. Che sia carezzevole o tempestoso, dispettoso o rovinoso, il vento è simbolo di trasformazione e respiro universale e si riflette in molti capolavori custoditi nei musei di tutto il mondo. Tra le tante opere che gli sono state dedicate sin dai bassorilievi con il volto paffutello nell’antichità, abbiamo scelto cinque dipinti dedicati a questa forza potente.
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Da La Primavera di Sandro Botticelli alle delicate pennellate di Pierre-Auguste Renoir, passando per il dinamismo di Agostino Tassi, Tawaraya Sōtatsu e John William Waterhouse. Queste opere catturano l’essenza dell’aria in movimento.
La Primavera – Sandro Botticelli
Tra le sale della Galleria degli Uffizi a Firenze, La Primavera di Sandro Botticelli (circa 1482) emerge come un inno alla rinascita e alla forza vitale del vento. Realizzata su legno di pioppo per la villa medicea di Castello, l’opera presenta Zefiro – il mite vento primaverile – che con il suo soffio feconda la ninfa Clori, trasformandola in Flora, dea della fioritura.

Il movimento delle vesti e la dinamica tra i personaggi, da Venere al centro alle Tre Grazie, suggeriscono un’aura di armonia e passione mosse dall’aria. Il blu intenso di Zefiro evoca in particolare il mito ovidiano, intrecciando sensualità e natura. Questa tela, realizzata tra il 1477 e il 1482, invita a riflettere sull’amore come forza generatrice, resa viva dal soffio che anima il giardino sacro.
Seascape – Agostino Tassi
Un viaggio verso l’Isola di Guernsey ci conduce al Guernsey Museum and Art Gallery, dove è conservata l’opera Seascape attribuita al circolo di Agostino Tassi (GUELI GMAG 5899) che cattura l’essenza del vento marino. Questo dipinto, databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, riflette l’influenza del maestro romano noto per i suoi paesaggi dinamici. Le onde mosse e il cielo tempestoso testimoniano la potenza del vento, elemento centrale nella scena costiera.

Tassi, influenzato dal barocco, usa il movimento dell’aria per creare un dialogo tra natura selvaggia e quiete apparente. Un’opera che incarna la tradizione marinara dell’isola, offrendo uno sguardo su come il vento plasmi l’identità locale, un tema che risuona ancora oggi nella cultura guernseyana.
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Wind God and Thunder God – Tawaraya Sōtatsu
Al Kyoto National Museum, il Wind God and Thunder God di Tawaraya Sōtatsu, realizzato nei primi del XVII secolo, celebra il vento come forza divina. Questa coppia di paraventi ritrae il Dio del Vento, con vesti che si gonfiano in spirali dinamiche, e il Dio del Tuono, in un’esplosione di energia. La tecnica, con inchiostro e colore su carta in lamina dorata, amplifica l’effetto del movimento eolico, creando un equilibrio tra caos e armonia.

Sōtatsu, maestro della scuola Rinpa, ha tratto ispirazione dalla mitologia e dal credo shintoista, rendendo il vento un’entità viva e potente. Ne è nato un gioiello dell’arte giapponese che invita a contemplare la natura come specchio dell’anima, tema universale che attraversa i secoli.
The Gust of Wind – Pierre-Auguste Renoir
Gli impressionisti hanno dedicato al vento moltissime delle loro tele, grazie soprattutto alla pratica di dipingere en plein air. Per questo, tra le opere in cui la brezza sferza alberi, campi e soggetti umani c’è l’imbarazzo della scelta. Tra queste c’è The Gust of Wind di Pierre-Auguste Renoir che cattura un momento effimero di brezza estiva.

Datato tra l’estate del 1872 e quella del 1873, questo dipinto si trova al Fitzwilliam Museum di Cambridge e mostra un paesaggio naturale colpito da una raffica di vento con alberi ed erbe piegati dal suo vigore. Il cielo è azzurro, con qualche nuvola bianca, e in lontananza si scorge una casa che si staglia solitaria contro l’orizzonte. La luce è vibrante e i colori vivaci riflettono la spontaneità del vento, elemento chiave dell’estetica impressionista.
Windswept – John William Waterhouse
Infine, affacciandosi al XX secolo, c’è Windswept di John William Waterhouse (1903) che trasporta l’osservatore in un mondo di romantica intensità. Il dipinto raffigura una figura femminile avvolta da un vento impetuoso, con le vesti agitate e i capelli scompigliati. Fa parte di una serie di quadri in cui il maestro del preraffaellismo dipinse giovani donne immerse in paesaggi sferzati dal vento.

Nei suoi lavori Waterhouse seppe usare il vento per narrare un’emozione profonda, intrecciando mito e realtà, con un’ispirazione classica per la quale il vento che diventa metafora di trasformazione interiore.
Immagini Wikicommons / Shutterstock