Fino al 19 agosto in Piazza Municipio, ‘Hortense’ offre ai visitatori un’esperienza di incontro con l’arte di grande suggestione e di riflessione.
È comparsa in Piazza del Municipio, a Napoli, una gigantesca statua in resina bianchissima, alta circa 9 metri: è il volto di una donna, Hortense, con le mani a coprire parzialmente il viso e a invitare ideologicamente al silenzio. L’autore della suggestiva installazione è Jaume Plensa, artista catalano che sceglie spesso i luoghi pubblici come palcoscenico della sua arte e fa parte della sua serie delle “grandi teste”, già esposte in luoghi simbolo fra Europa e USA.
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Per la città questa con Hortense è la terza tappa di un viaggio chiamato Napoli Contemporanea 2025, il programma di mostre e installazioni voluto dal sindaco Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione, iniziato nel 2023 con Questi miei fantasmi di Antonio Marras, che da allora ha visto susseguirsi progetti pensati appositamente per gli spazi pubblici da protagonisti dell’arte del nostro tempo.
Dall’opera Lacrime di coccodrillo, realizzata da Francesco Vezzoli per le Prigioni di Castel Nuovo, alla monumentale Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, allestita in Piazza Municipio, fino ai lavori prodotti da Chiara Passa, Davide Quayola, Auriea Harvey e Bianco-Valente per il MetaPan, spazio immersivo tridimensionale nel metaverso. E ancora: Io contengo moltitudini di Marinella Senatore, Tu si ’na cosa grande di Gaetano Pesce e, da ultime, la mostra personale Mimmo Jodice. Napoli metafisica, importante omaggio a uno dei più poetici e alti interpreti di Napoli, visitabile fino al 1° settembre 2025 presso la Cappella Palatina, la Cappella delle Anime del Purgatorio e l’Armeria di Castel Nuovo, e l’opera OH! realizzata da Marcello Jori per Piazza Mercato, visitabile fino al 5 ottobre 2025.
Prima e dopo Hortense: la città in dialogo con le opere d’arte
Se è vero che le opere d’arte vivono in rapporto con chi le guarda, queste grandi installazioni sono fatte proprio per creare una relazione con la grande quantità di persone che occupa lo spazio pubblico di una città mediterranea, cangiante, complessa e profonda come Napoli: in passato alcune delle opere avevano suscitato sdegno (pensiamo all’Arlecchino stilizzato di Gaetano Pesce, travolto dall’ironia del web), altre sono state vandalizzate (come il Pinocchio di Marcello Jori), altre ancora hanno subìto una sorte sfortunata, come la Venere degli Stracci di Pistoletto danneggiata da un incendio non doloso.
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L’arte contemporanea è però viva, suscita dibattito, non lascia indifferenti: e quel silenzio a cui richiama Hortense – che nelle parole del curatore non è rinuncia espressiva nè barriera, ma vera e propria urgenza in un’epoca segnata da un’ipertrofia di voci, di dati, di informazioni – è un nuovo spunto di riflessione.