Dal 5 maggio al 23 novembre 2025, il MACC – Museo d’Arte Contemporanea del Carmine a Scicli inaugura con una mostra iconica.
Il 5 maggio 2025, il MACC – Museo d’Arte Contemporanea del Carmine a Scicli ha aperto le sue porte dopo 60 anni di chiusura e un lungo restauro, inaugurando con L’opera delle formiche, una mostra straordinaria di Emilio Isgrò. Curata da Marco Bazzini e Bruno Corà, organizzata dall’Archivio Emilio Isgrò e dal Comune di Scicli, l’esposizione ripercorre dagli anni ‘60 il percorso dell’artista siciliano, con opere inedite fino alle sue ricerche recenti.
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“Sono un artista italiano e siciliano, cittadino di una Europa che ha bisogno di un’arte non allineata”, dichiara Isgrò, presentando un progetto che celebra la Sicilia e il suo dialogo con il mondo. Situato nell’ex convento del Carmine, il MACC rinasce dunque come polo culturale dopo un restauro che ne ha preservato l’architettura barocca.

E la scelta di Isgrò per l’inaugurazione non è casuale: nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1937, l’artista è una figura chiave dell’arte contemporanea, noto per la sua tecnica della Cancellatura e per il legame con la cultura mediterranea. La mostra, che si estende dalla sale interne alla piazza antistante, è un omaggio alla Sicilia operosa, lontana dagli stereotipi. “Non più il ficodindia o l’Opera dei pupi, non più la retorica sicilianista, ma le umili formiche che offrono la loro intelligenza operosa”, sottolinea Isgrò.
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L’opera delle formiche esplora, di fatto, l’evoluzione della Cancellatura, che dagli anni ’90 si arricchisce di api e formiche, simboli di lavoro collettivo e trasformazione. Le formiche, protagoniste dell’allestimento, attraversano l’ambiente espositivo e la piazza, creando un dialogo tra interno ed esterno. Le opere, tra cui inediti, spaziano da testi cancellati a installazioni, riflettendo la capacità di Isgrò di trasformare il linguaggio in arte.
Un messaggio per l’Europa
Isgrò usa le formiche come metafora di una Sicilia fedele alle sue radici ma pronta al cambiamento. “Così ho pensato a questa Opera delle formiche come segno di una Sicilia che sa bene quando è venuto il momento di cambiare”, afferma, proponendo un’arte che contribuisca a “un mondo in tumulto”. La mostra invita infatti a riflettere sull’identità europea, con Scicli come crocevia di culture. L’allestimento, curato per integrarsi con l’architettura del MACC, amplifica il messaggio di operosità e rinnovamento.
Immagine da Ufficio Stampa