Presentati al Museo Egizio di Torino, i dati raccolti da MidaTicket forniscono un quadro delle abitudini di chi ama i tesori italiani.
Mercoledì 5 marzo, al Museo Egizio di Torino, sono stati presentati di dati dell’Osservatorio MidaTicket Big Data e Luoghi della Cultura, primo studio in Italia che usa un approccio data driven per raccontare chi sono i visitatori dei nostri tesori culturali. Organizzato da MidaTicket in collaborazione con Rear, il convegno ha riunito i protagonisti del settore per un evento che fa il punto sul settore museale.
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Con il supporto analitico di formules S.r.l. e la curatela scientifica del Prof. Guido Guerzoni dell’Università Bocconi, l’Osservatorio ha analizzato 35,7 milioni di biglietti e oltre 1,5 miliardi di informazioni sui visitatori entrati in 204 luoghi della cultura tra il 2023 e il 2024. Così da offrire una fotografia dettagliata di comportamenti, preferenze e flussi. L’obiettivo? Fornire agli operatori strumenti innovativi per valorizzare il patrimonio, rendendolo più accessibile e sostenibile.

L’Osservatorio ha utilizzato MidaTicket, che “nel 2024 è diventato il primo sistema di biglietteria in Italia nel settore culturale (Musei, Monumenti e Mostre temporanee) per numero di biglietti emessi”, spiega Sergio Bellini, CEO di MidaTicket. “Da questa responsabilità nasce il primo ‘Osservatorio Big Data e Luoghi della Cultura’ mai realizzato in Italia. Uno studio sviluppato secondo un approccio data driven, pensato per restituire una chiave di lettura rappresentativa e altamente significativa dello scenario attuale. In un momento storico in cui un’analisi accurata dei dati è fondamentale per una gestione più consapevole, efficiente e sostenibile”.
Ma che cosa è emerso? Ecco i dati e le osservazioni principali che ne emergono.
L’Italia che attrae l’estero, le biglietterie e la booking window
I numeri parlano chiaro. Solo il 30% dei visitatori è italiano (contro il 58% del campione Istat 2022), mentre il 70% arriva da oltre confine. In testa ci sono gli Stati Uniti (11,3%), seguiti da Regno Unito (9,7%) e Spagna (8,5%). Un dato che sottolinea quanto la cultura italiana sia un magnete globale. Con musei (45,1%), monumenti (27%), aree archeologiche (3,4%), parchi e giardini storici (7,8%) e altre sedi espositive (13,2%) a fare da richiamo in 18 regioni, tra realtà pubbliche, private, ecclesiastiche e aziendali.
Per quanto riguarda, poi, le abitudini dei visitatori, gli italiani amano ancora il contatto diretto. Tanto che sei su dieci comprano i biglietti sul posto, anche se il trend cambia. Le casse fisiche scendono dal 71% del 2023 al 61% del 2024, mentre le piattaforme online salgono dal 25% al 34%. E i pagamenti sono sempre più elettronici, scelti dal 73% dei visitatori, a testimonianza di un pubblico che abbraccia la modernità senza perdere il gusto della tradizione. Il prezzo medio del biglietto intero si attesta sui 15 euro, più del doppio rispetto ai 6,9 euro degli istituti statali nel 2023 (erano 4,1 nel 2007). Prevalgono i paganti (73,6%), con il biglietto intero al 71,1%, seguito dai ridotti (20,5%) e dai gruppi (7,1%).


La booking window – il tempo tra acquisto e visita – varia: per i musei bastano 3,7 giorni, mentre per le mostre temporanee si sale a 21 giorni. Un dato che riflette modi diversi di vivere la cultura: spontaneità per i musei, attesa e pianificazione per le esposizioni temporanee. Il weekend, ovviamente, domina con il 40% delle visite, mentre il lunedì, giorno di chiusura per molti, si ferma al 10,6%.
Nell’ottica di rendere questi dati un patrimonio di conoscenze accessibile a tutti utile a un concreto miglioramento progettuale, l’Osservatorio è scaricabile gratuitamente su www.bigdatacultura.it. “L’Osservatorio Big Data e Luoghi della Cultura di MidaTicket è uno strumento di ascolto e dialogo al servizio dei policy maker, degli istituti culturali, delle comunità professionali e delle imprese del settore”, sottolinea il prof. Guerzoni.

E conclude: “La raccolta, elaborazione, interpretazione, rappresentazione e condivisione dei dati può assistere l’elaborazione di strategie innovative, che nel segno dell’efficienza e delle sostenibilità possono migliorare la fruizione, la gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale nazionale”. Se Torino ha aperto la strada, spetta ora al settore percorrerla.
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