Fuori ‘Divided We Stand’ di Poison Garden & The International Steampunk Community

Divided We Stand è il nuovo video promozionale e l’affascinante brano (già disponibile e in vendita per 3 mesi a questo link, i cui ricavati saranno interamente devoluti alla Croce Rossa Internazionale)  della prima steampunk band italiana, i Poison Garden, in collaborazione con alcuni artisti internazionali appartenenti alla stessa scena.

Una comunità artistica (ma non solo) quella steampunk, che raccoglie identità diverse ma unite anche dal recupero di certe sensibilità appartenenti ad un passato non più solamente visto come custode di tradizioni ed usi ormai superati. Pur vivendo nel presente ed usufruendo delle moderne tecnologie lo steampunk guarda al secolo precedente che, per certi versi, soddisfa maggiormente lo spirito decisamente non consumistico di tutti quelli che condividono questa relativamente nuova filosofia (le cui origini musicali risalgono all’inizio del nuovo millennio e prefigurano una variegata commistione fra musica classica, barocca, rock, folk, world, dark, metal  ed elettronica, con spirito punk).

Una particolare sensibilità che deve aver costituito anche il motore principale di questo nuovo progetto nato a seguito del tour negli USA proprio dei Poison Garden, band indipendente italiana conosciuta in tutto il mondo. «I primi di marzo eravamo a Tucson, Arizona,  – così Damiano Bianchi, aka Sir. Damian, chitarrista e fondatore della band – e vedevamo notiziari sulla drammatica evoluzione dei contagi COVID19 in Italia. Non ci siamo praticamente resi conto della situazione fino a quando non ci hanno detto che avremmo dovuto necessariamente prendere un volo il 10 marzo per tornare e che quel volo sarebbe stato l’ultimo a partire dagli Stati Uniti verso l’Italia.  Siamo stati fortunati a prendere quel volo e appena atterrati a Roma ci siamo trovati lo scenario desolato dei primi giorni di lockdown».

La band ha quindi deciso di fare qualcosa e ha raccontato la situazione a tutti gli artisti conosciuti in questi anni di attività e, col passare dei giorni, è diventata sempre più plausibile l’idea di scrivere un brano coinvolgendoli tutti.  Le finalità sono decisamente benefiche visto che il ricavato delle vendite del brano andrà, per il 100%, a favore della Croce Rossa Internazionale, ma questo brano sta anche a significare che è possibile mettere da parte ogni tipo interesse personale e collaborare insieme nel creare qualcosa che possa essere “più della somma delle parti”.

Ogni artista ha collaborato mettendo se stesso nel progetto: fra gli altri Parker Sharp, dei Marquis of Vaudeville dal Texas ha registrato le parti di chitarra, il mandolino baritono è suonato dal leader degli Abney Park Robert Brown da Seattle , ci sono i clarinetti di Max e Caspar dei Coppelius, dalla Germania, ed un oud, strumento tradizionale arabo, suonato da Martin dei Vernian Process da San Francisco.  Ogni strumento che si aggiungeva all’arrangiamento originale dava al brano delle atmosfere completamente diverse, e questo è stato bellissimo. Senza dimenticare, poi, le meravigliose voci di circa venti cantanti provenienti da tutto il mondo, fra i quali Brian Viglione dei Dresden Dolls, Robert Brown degli Abney Park, Samantha Stephenson dei Frenchy and the Punk e Sir Damian e Madam Anais Noir degli stessi Poison Garden, tutte unite nel creare un incantesimo senza molti precedenti.