Ospite di Che Tempo Che Fa, Carlo Calenda ha risposto alle domande di Fabio Fazio su attualità e politica, facendo anche autocritica.

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Domenica 12 maggio, nel salotto di Che Tempo Che Fa, Fabio Fazio ha intervistato Carlo Calenda, capogruppo della lista PD-Siamo Europei, con cui ha conversato a lungo di attualità e politica. La prima considerazione di Calenda verteva sugli avversari sul campo, troppo occupati – dice il capogruppo – a fare propaganda e poco inclini a presenziare le sedute al Viminale.

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“Noi abbiamo un’etica privata che è completamente differente da un’etica pubblica. – dichiara Calenda – Faccio un esempio: Salvini non si presenta al lavoro, non va al Viminale e sta tra la gente. Bene, questo piace anche. Ma se ci vai una o due volte fa parte del tuo ruolo, se ci vai sempre un po’ di meno e vi dico perché. Pensate a un medico che non si presenta in ospedale e dice ‘Io vado tra la gente’, o un poliziotto che non si presenta al lavoro e dice ‘Io vado tra la gente’. Cosa ne penseremmo? Non solo Salvini, anche la Meloni e Pizzarotti per Più Europa si presentano e dicono ‘Noi non andremo in Europa’. Ci candidiamo come Capolista ma non andremo in Europa. Se venisse una persona così a dire ‘Io voglio fare un colloquio di lavoro. Io sono qualificato per farlo, dammi questo lavoro’, nessuno di noi glielo darebbe. Consentiamo alla politica di fare cose che non faremmo mai nella nostra vita privata e poi ci lamentiamo della serietà della politica“.

“Penso che noi del PD abbiamo fatto molti errori, io l’ho detto… – continua il capogruppo – quando il Paese aveva appena cominciato a migliorare abbiamo iniziato a raccontare che il Paese era a posto. Che avevamo risolto i problemi. Siamo stati arroganti e per questa arroganza abbiamo pagato il conto“.

Calenda ha poi continuato: “Mia moglie ha avuto una leucemia, è stata curata al Gemelli a Roma. Sapete quanto ho speso? Zero, per una cura che negli Stati Uniti sarebbe costata 1 milione di dollari. Sapete perché dobbiamo difendere le finanze dell’Italia? Per permettere questo”.

Infine, Calenda ha commentato gli eventi di Casal Bruciato. “Lo strappo si può ricucire risolvendo i problemi. – ha dichiarato – Prima di tutto io detesto parlare dei i Rom, degli immigrati… ogni storia è singolare e farlo è già terrificante. Quello che so è che il problema dei campi è anche la tolleranza che c’è stata per esempio verso l’illegalità nei confronti dei bambini diffusa, che è sbagliata. Noi dobbiamo pretendere il rispetto della legge da chiunque viene in Italia. Non si può tollerare che i bambini vengano mandati a elemosinare perché è una questione culturale, non c’è cultura che consenta di fare un atto di illegalità. Se questo fenomeno lo vuoi interrompere devi lavorare”.