Dopo ‘Amici’, Senza Cri torna con ‘Tokyo Nite’, un EP che mescola visioni e verità: «Quando ti lasci andare, tutto trova il suo posto».

«Coraggio, libertà, verità»: è questo lo slogan che – secondo Senza Cri – caratterizza Tokyo Nite, l’EP uscito il 30 maggio dopo l’esperienza ad Amici. «Sicuramente è un nuovo inizio. – ci dice nell’intervista – Come lo è stato anche il percorso di Amici. Un punto di partenza, un capitolo che mi vede in tutta la mia verità e libertà. Lo sento crudo e vivo, molto viscerale nelle melodie e nel testo. È un punto da cui voglio ripartire aprendo la mia persona, proprio come ho fatto durante Amici».
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Come si evince dal titolo, c’è il Giappone ad influenzare questo nuovo viaggio. «Un viaggio che ho fatto dopo aver scritto l’EP – dice l’artista – perché la fantasia non ha limiti». E così, nella tracklist, spiccano tracce come Harakiri e Grande Muraglia: immagini provenienti dall’Asia che si intrecciano con le suggestioni di Madrid, 20xsempre e Tutto l’odio.

«C’è di tutto – precisa – c’è un’emotività fluida, libera. Una sonorità molto strong. Ma è difficile rispondere. Sia io che le persone che le persone che lavorano con me viviamo la musica in modo naturale. Abbiamo in mente cosa vogliamo, ma non dobbiamo pensarlo. Dobbiamo farlo: in questo senso, è un pugno in faccia». Impossibile dunque non citare Stabber, presenza fondamentale nel mondo di Senza Cri. «Un artista incredibile. Ha una mente che mi affascina tanto. – commenta – Sono super felice che sia nata questa collaborazione umana e artistica. Io lo ascoltavo nella cameretta ed è una grandissima soddisfazione sapere che crede in me. Possiamo anche sposarci artisticamente».
Di questi sei brani, alcuni sono nati primi di Amici. «Tokyo Nite – dice Senza Cri – l’ho, ad esempio, iniziata prima di entrare e dentro Amici ha trovato una resa definitiva. È bene anche far lievitare le canzoni. Tutto l’EP ha stralci che si sono compiuti, come si compie una persona strada facendo. È successo, doveva succedere, è una di quelle cose che non programmi. Ho sempre pensato troppo e ho dovuto inseguire le cose. Quando ti lasci andare tutto trova il suo posto».
In questo Amici è stata una lezione preziosissima, a livello nozionistico ovviamente, ma anche e soprattutto «per mettersi alla prova umanamente». «Ti trovi davanti a persone che ti vedono e ti vedono per come sei. – dice Senza Cri – Sei lì, sei tu. Credo che questa sia la prova più grande del programma: mi ha spinto a cercarmi, a volermi e a trovarmi. Ero in una condizione sola: dovevo sapere il mio nome, avere il coraggio di dirlo. Nel momento in cui l’ho fatto, la gente ha iniziato a urlarlo». Lo specchio è del resto uno strumento necessario a chiunque scriva di sé, nel bene e nel male, ma per Senza Cri è ancora «tricky».
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«Guardarmi tutti i giorni – commenta – mi ha fatto capire che se non avevo il coraggio di guardarmi, come facevano a guardarmi gli altri? Mi facevo male e non so perché. Ho capito che ciò che nascondo di me è migliorabile. Posso lasciarmi amare da me, se fuori sono disposti a farlo anche gli altri. È stata una carezza trovare chi mi sostiene e ora è un punto di inizio che finalmente posso condividere con tante persone che sono come me o vivono come me ma in modo diverso. Siamo uniti dallo stesso cuore, possiamo costruire insieme un viaggio bellissimo. So che ho pianto tanto e ho fatto piangere tanto, ma è ciò che succede quando ami una persona. E ti rende quotidiano e naturale, vicino».