Festival Tener-a-mente 2025: la direttrice artistica Viola Costa racconta il dietro le quinte di uno dei palchi più affascinanti d’Italia, il Vittoriale.

Come ogni estate, tra le pietre del Vittoriale degli Italiani, va in scena una delle rassegne più significative nell’ambito artistico italiano. Amato da pubblico e artisti, torna Tener-a-mente, il festival musicale che dal 2011 propone concerti d’autore in un contesto unico. Ne abbiamo parlato con Viola Costa, curatrice e direttrice artistica del festival, che da quattordici edizioni costruisce un programma capace di coniugare visione, emozione e sostenibilità.

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Il palco di Tener-a-mente al Vittoriale
Il palco di Tener-a-mente al Vittoriale

Tener-a-mente: dal mandato di Guerri a una curatela artistica consapevole

«Quando Giordano Bruno Guerri ci ha affidato la programmazione dell’anfiteatro del Vittoriale – racconta Viola Costa – ci ha chiesto due cose: riempire il teatro e rispettare lo spirito del luogo, senza cadere nell’antiquariato culturale. Non volevamo replicare D’Annunzio, ma proseguirne lo slancio creativo e moderno».

Nasce così Tener-a-mente, oggi tra i festival musicali in Italia più riconoscibili per identità e coerenza curatoriale. «Non porto in scena solo ciò che funziona – continua Costa – porto chi ha urgenza espressiva. È questa la nostra cifra artistica».

Il cartellone del festival nel 2025: debutti esclusivi e ritorni attesi

L’edizione 2025 del festival Tener-a-mente porta sul palco del Vittoriale artisti come Finneas (per la prima volta in Italia), Brandi Carlile, gli Hermanos Gutiérrez e i leggendari The The. Scelte che rispecchiano l’attenzione anche per il panorama internazionale e scommesse per quello italiano.

«Non tutto rispecchia il mio gusto personale – precisa Costa – ma ogni nome risponde a una visione. È il mio modo di onorare questo palco: come un luogo da abitare, non solo da programmare».

Tra le proposte più rilevanti del cartellone 2025 del festival Tener-a-mente c’è appunto Finneas, artista, produttore e autore pluripremiato, noto anche per il sodalizio artistico con la sorella Billie Eilish. Per Viola Costa, portarlo al Vittoriale degli Italiani è stato un gesto tanto audace quanto coerente con la visione del festival.

Cartellone 2025 festival Tener-a-mente
Cartellone 2025 festival Tener-a-mente

«Definire Finneas un artista emergente è vero solo dal punto di vista italiano», spiega Costa. «All’estero è una mente creativa già consacrata: ha vinto Grammy, ha firmato colonne sonore, ha realizzato videogiochi. Ma qui non si è mai esibito dal vivo, e questo rende la sua presenza una vera prima volta, un debutto assoluto».

E aggiunge: «Non lo abbiamo scelto per scoprirlo, ma per riconoscerne il valore. È una superstar che arriva in un paese dove però non sappiamo con certezza quale sarà la risposta del pubblico. E questo è il rischio: una scommessa nel senso più nobile del termine».

Una scelta coerente, che non cerca il facile sold out, ma risponde al principio fondante del festival Tener-a-mente al Vittoriale: portare sul palco chi ha una voce, un’urgenza, una visione.

Oltre la musica Tener-a-mente è sostenibilità e sfide produttive

Il festival Tener-a-mente si autofinanzia per oltre il 90%, con una copertura economica fondata quasi interamente sulla biglietteria.
«Il contributo del Comune di Gardone è importante, ma copre solo il 3% dei costi. I cachet sono aumentati, molti artisti internazionali rifiutano date in Italia. Ma il contesto del Vittoriale resta una forza attrattiva unica», afferma Costa.

Un esempio virtuoso di gestione culturale indipendente, dove la qualità dell’esperienza prevale sulla quantità.

Viola Costa e il festival Tener-a-mente: al Vittoriale musica, arte e identità.
Festival Tener-a-mente al Vittoriale

Il valore aggiunto del Vittoriale degli Italiani

«Chi arriva al Vittoriale resta colpito. Gli artisti scendono stanchi dai tour bus, ma basta lo sguardo sul lago, il palco in pietra, la luna sull’acqua… e tutto cambia», racconta Costa.

Il luogo stesso agisce sulla scena: Patti Smith, incantata dalla casa di D’Annunzio, ha esposto uno scatto fotografico realizzato lì in una mostra personale a New York. David Byrne, dopo la sua esibizione, ha raccontato online il fascino della vestaglia con il buco e della nave Puglia, due tra gli oggetti più suggestivi del museo segreto sotto il palco.

Quando il Vittoriale diventa memoria e riconoscimento

«All’inizio ci dicevano che il Vittoriale non avrebbe funzionato per la musica dal vivo», ammette Costa. «Oggi le agenzie ci cercano. Ma non è una rivincita. È una forma di riconoscimento. E ogni volta che parte l’applauso e l’artista entra in scena, mi commuovo. Per me è un piccolo miracolo, ogni sera».

Un riconoscimento condiviso anche dagli stessi artisti, molti dei quali tornano ogni volta che possono e per alcuni, il palcoscenico di Tener-a-mente, è stato uno degli ultimi concerti importanti.

«Lou Reed venne accompagnato al microfono. Era visibilmente provato, ma la sua voce era piena di storia e intensità», ricorda Costa. «Fu il suo ultimo concerto in Italia».
Anche Jeff Beck e Keith Jarrett hanno lasciato un segno forte. «Quando si ospita un’esibizione che diventa addio, non lo si dimentica più».

Un festival sartoriale: pensato per restare

«Pensiamo Tener-a-mente come un gesto sartoriale: ogni edizione è cucita addosso agli artisti. Chi sale su quel palco deve sentire di essere parte di qualcosa che va oltre una semplice tappa», conclude Costa.

Tener-a-mente non è un festival effimero, ma un atto curato con intenzione, rispetto e lungimiranza. Un esempio di come la musica possa essere cultura e come un palcoscenico, se ben pensato, possa diventare memoria collettiva.

Per tutte le informazioni relative alle iniziative del festival /https://www.anfiteatrodelvittoriale.it/

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