Federica Abbate ci racconta la cover grafica e il visual video del nuovo singolo ‘Tilt’: città e campagna, urban e silenzi.

Si intitola Tilt il nuovo singolo di Federica Abbate (Warner Music Italy), un brano che segna un nuovo punto di inizio nella storia della cantautrice. Un nuovo capitolo, ben rappresentato da un artwork e da un visual video che sembra raccontare – a suo modo – il cortocircuito (il tilt, appunto) anche creativo della Abbate.
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La cover grafica è infatti densa di simboli che riflettono l’universo artistico di Federica. C’è l’occhio di un piccione, metafora di volatilità e resilienza, che esprime il coraggio e la capacità di elevarsi. Appaiono poi un semaforo, un albero e un fiore che rappresentano rispettivamente la città e la campagna, due anime contrastanti ma complementari del mondo di Federica. Da un lato Milano, dove vive e lavora immersa nell’industria musicale, dall’altro la campagna, rifugio personale dove coltiva un legame più intimo con sé stessa e con la musica. Infine, il pianoforte, strumento che l’ha sempre accompagnata e che resta al centro della sua espressione musicale.

Il dualismo di Federica Abbate in Tilt
«Sono il dualismo per eccellenza. – ci racconta Federica – Nel senso che l’autrice è sempre un po’ l’artista, ma io vivo anche questo dualismo gigante tra campagna e città. Vivo in una cascina sperduta nel nulla, dove ho un sacco di animali che salvo. Se chiudi gli occhi e ascolti Tilt, secondo me un po’ ci senti l’urban della città, ma anche il luogo in cui vivo, che è completamente fuori dal mondo. Questa atmosfera è totalmente eterea».
«Il mio animale preferito è un animale molto controverso, un po’ come la mia figura, un po’ duale: è il colombo. – ci racconta la cantautrice – È un animale che io amo tantissimo. È estremamente resiliente, si adatta a tutto, lotta. In realtà sta diventando molto cool, ma io l’ho sempre amato. È il mio animale preferito, il mio animale guida. Poi c’è il semaforo, che sicuramente rappresenta la città, e l’albero che rappresenta la campagna. Diciamo che anche nella copertina questo dualismo esce fuori».
Il visual video, invece, si arricchisce di nuovi particolari. «Quella che tu vedi dietro è casa mia, la mia cascina. – dice Federica Abbate – Il video rappresenta un po’ l’uscita da questo fake dello sfondo, che è molto pettinato. Dietro c’è la mia vita vera, non è solo una cosa immaginata o figurativa: c’è dentro Tilt, ci sono io, la mia vita, il luogo dove vivo, i miei animali, c’è Federica. Ci sono le sue paure, ma c’è anche la sua forza, la sua resilienza potente, che penso che esca finalmente».
«Eppure – conclude – ho fatto fatica a farla uscire fuori, proprio perché è difficile portare fuori di sé quello che hai dentro di te. E io ho dovuto fare un cammino umano, quasi più che artistico, per riuscirci».