‘Kandinsky e l’Italia’: al MA*GA di Gallarate il dialogo che ha fondato l’astrattismo italiano

Fino al 12 aprile 2026 il Museo MA*GA di Gallarate dedica a Wassily Kandinsky una grande mostra che mette in relazione il pensiero del maestro russo con la nascita e lo sviluppo dell’arte astratta in Italia. Kandinsky e l’Italia, a cura di Elisabetta Barisoni ed Emma Zanella, si propone come uno dei progetti espositivi più significativi della stagione culturale 2025–2026, inserito nel programma dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026.

Il percorso riunisce 130 opere provenienti da Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, dal MA*GA e da importanti collezioni pubbliche e private. Ne nasce, quindi, una lettura ampia e articolata dell’eredità kandinskiana nel contesto europeo. E, in modo particolare, nella grande stagione dell’astrattismo italiano tra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento.

Figura centrale delle avanguardie storiche, Kandinsky è raccontato non solo come fondatore dell’arte astratta, ma come nodo di una rete di relazioni e influenze che attraversano generazioni e geografie. Accanto alle sue opere, la mostra presenta lavori di Paul Klee, Jean Arp, Joan Miró, Alexander Calder, Antoni Tàpies. Fino ai protagonisti italiani come Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Manlio Rho, Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, e molti altri.

Credits Museo MA*GA
Credits Museo MA*GA

Come sottolinea Elisabetta Barisoni, il progetto nasce dal dialogo tra le collezioni civiche di Ca’ Pesaro e quelle del MA*GA. Con l’obiettivo di offrire «un rinnovato momento di riflessione sul portato rivoluzionario delle avanguardie storiche e in particolare dell’astrattismo di Kandinsky e dei suoi sodali, fino alle correnti del secondo dopoguerra».

Le sezioni della mostra

La mostra si articola in tre grandi sezioni. La prima introduce la temperie culturale internazionale tra gli anni Venti e Trenta. Quando Kandinsky, attraverso l’esperienza del Bauhaus, contribuì in modo decisivo allo sviluppo di un nuovo linguaggio pittorico fondato su forma, colore e spiritualità. In questo contesto si colloca il dialogo con i maestri dell’astrattismo europeo, che definirono la persistenza dell’arte astratta ben oltre le avanguardie storiche.

La seconda sezione approfondisce il rapporto, complesso e spesso controverso, tra Kandinsky e la scena italiana. Centrale è la sua mostra personale alla Galleria del Milione di Milano nel 1934, momento chiave per il dibattito tra gli artisti contrari alla figurazione dominante. È qui che l’influenza kandinskiana si riflette nei linguaggi di Fontana, Licini, Melotti, Prampolini, Soldati, Veronesi e altri protagonisti della ricerca astratta in Italia.

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La terza e ultima sezione è dedicata al secondo dopoguerra, quando il pensiero di Kandinsky torna al centro della scena grazie a esposizioni fondamentali come Arte astratta e concreta (Milano, 1947) e Arte Astratta in Italia (Roma, 1948), e ai gruppi Forma, MAC e Origine. In questo clima si affermano le ricerche di Accardi, Capogrossi, Dorazio, Vedova, Perilli, che individuano nell’opera del maestro russo una chiave per entrare in un nuovo mondo visivo.

Wassily-Kandinsky, Zig zag bianchi 1922 olio su tela. Ca Pesaro – Galleria Internazionale d’arte Moderna acquisto alla Biennale1950-1, 1920×1453

Per Emma Zanella, direttrice del MA*GA, la mostra rappresenta «un’importante opportunità di collaborazione tra due prestigiosi musei dedicati alle arti contemporanee». Capace di rafforzare il ruolo dell’astrazione come patrimonio vivo e ancora fertile per il linguaggio artistico contemporaneo.

KANDINSKY E L’ITALIA
Gallarate (VA), Museo MA*GA (via E. De Magri 1)
30 novembre 2025 – 12 aprile 2026

Orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: ore 10.00 – 18.00
sabato e domenica: 11.00 – 19.00

Immagini allestimento: Museo MA*GA