Il Museo Poldi Pezzoli annuncia Meraviglie del Grand Tour, grande mostra realizzata in collaborazione con il Metropolitan Museum of Art di New York, in programma dal 30 gennaio al 4 maggio 2026. Un progetto pensato per trasformare Milano – nell’anno delle Olimpiadi invernali – in una capitale internazionale della cultura, grazie a un percorso che intreccia pittura, storia del viaggio e nuove acquisizioni. Insieme a uno speciale omaggio cinematografico firmato Ferzan Ozpetek.
«Data l’importanza delle Olimpiadi per la città – sottolinea Alessandra Quarto, direttrice del Museo – abbiamo voluto costruire un progetto internazionale a. Un regalo per i turisti e un invito a riscoprire lo spirito del Grand Tour attraverso il dialogo con le collezioni del Poldi Pezzoli».
Protagonista assoluto della mostra è Roma Antica di Giovanni Paolo Panini, capolavoro del 1757 proveniente dal Met e tra le opere più celebri del vedutismo settecentesco. Un vero concentrato di “metapittura” con oltre cinquanta vedute di rovine romane riunite in un’unica, immaginaria galleria monumentale. Ad animarla, alcune figure storiche tra cui lo stesso Panini e il committente, il conte di Stainville.
«Siamo felici di collaborare con il Poldi Pezzoli – commenta Stephan Wolohojian, curatore capo della Pittura Europea del Met – con un prestito che dialoga con una collezione museale tra le più prestigiose».
Il percorso espositivo
La mostra si sviluppa come un vero itinerario immersivo. Si comincia dal dipinto del Met e si passa ai capolavori del Poldi Pezzoli, invitando il pubblico a “entrare” idealmente nella Roma settecentesca. In evidenza l’Interno del Pantheon(1743), acquisito dal museo nel 2024 grazie alla donazione di Giovanna Zanuso, prima opera di Panini in una collezione pubblica milanese.
Accanto ad essa debutta un nucleo di opere inedite concesse in comodato dalla famiglia Peloso. SI tratta di due vedute panoramiche di Gaspar Van Wittel, padre del vedutismo moderno, da Villa Medici e dalla Trinità dei Monti. Visibili per la prima volta, testimoniano l’interesse dei viaggiatori del Grand Tour per una Roma viva, contemporanea, capace di competere con il fascino dell’antichità.
Il percorso prosegue quindi con il monumentale sarcofago romano del III secolo d.C., recentemente restaurato. E con la preziosa riproduzione settecentesca in porcellana dura del gruppo del Laocoonte, realizzata dalla Manifattura Ginori di Doccia nel 1749.
Per la prima volta, inoltre, viene esposta nella sua interezza la collezione di ventagli del Grand Tour donata da Carlo Borgomaneri: un universo raffinato di oggetti decorati con rovine romane, scorci napoletani, templi di Paestum, le meraviglie di Pompei ed Ercolano appena riportate alla luce. Una geografia sentimentale dei luoghi che affascinarono viaggiatori, artisti e collezionisti tra Sei e Ottocento.
Ozpetek racconta il Grand Tour
Il percorso culmina in un cortometraggio inedito di Ferzan Ozpetek, che reinterpreta il mito del Grand Tour con il suo linguaggio cinematografico, trasformando la luce, le rovine e i volti in memoria emotiva. «In Roma Antica – afferma Ozpetek – ogni rovina è un sentimento. Ho voluto partire da un gesto semplice, la luce del Pantheon sul volto di una donna, per raccontare come l’arte possa ancora sorprenderci e farci sentire vivi».
Durante i mesi della mostra il museo propone un ricco palinsesto di incontri curato da Lavinia Galli, dal 12 febbraio al 4 maggio 2026. Tra i protagonisti Xavier F. Salomon, Fabio Sartorelli, Alessandro Morandotti, Adriano Aymonino, Marco Carminati. Per esplorare il mito del viaggio, i luoghi, la musica, i souvenir e le prime forme di reportage visivo.
Immagine da Ufficio Stampa