Fino al prossimo 24 dicembre la Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura accoglie l’esposizione di Massimo Scolari con Solca Mari Mossi. Il progetto ripercorre oltre cinquant’anni e segna un ritorno atteso da più di trent’anni – l’ultima personale in galleria risale al 1992 . In mostra anche un nucleo di opere inedite tra oli, acquerelli, incisioni e disegni che definiscono la sua poetica visionaria.
Pittore, scultore, designer, architetto “rinascimentale” per formazione e attitudine, Scolari ha attraversato discipline e linguaggi costruendo un universo coerente fatto di archetipi, simboli e geometrie primordiali. Le sue torri, piramidi, ali e fortezze – elementi ricorrenti e quasi mitologici – emergono in paesaggi sospesi, privi di figure umane ma ricchi di tensione narrativa. Sono scenari metafisici che interrogano il rapporto tra spazio, memoria e immaginazione, e che restituiscono – come scriveva Daniele Del Giudice – “l’oggetto come mito, forma autonoma, imitazione della verità”.
In mostra anche una serie di disegni a penna, dove note progettuali e visioni architettoniche si intrecciano in una precisione quasi liturgica del gesto. Una poíēsis che, per Scolari, unisce il fare pittura, costruire un oggetto o scrivere un libro in un unico continuum creativo.
Ad arricchire il percorso espositivo, le fotografie delle sue installazioni realizzate da maestri della fotografia italiana come Luigi Ghirri, Luca Campigotto e Gabriele Basilico. Testimonianze preziose di opere iconiche come Le Ali per la Biennale di Venezia o Turris Babel, che hanno segnato il confine tra arte e architettura effimera.
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Scolari, autore dell’Arca per la Triennale di Milano (1986) e dei progetti per Giorgetti e Alessi (con cui ha ottenuto la Menzione d’Onore al Compasso d’Oro nel 1998), è stato insignito nel 2014 del prestigioso Arnold W. Brunner Memorial Prize dell’American Academy of Arts and Letters per il contributo significativo all’architettura come forma d’arte.
La mostra è accompagnata da un catalogo Grafiche Antiga, con testi di Scolari, Daniele Del Giudice e Léon Krier. Oltre che da una selezione di suoi volumi, tra cui il prezioso On Drawing, curato e tradotto da James S. Ackerman.