Dal 25 novembre al 5 dicembre, la Galleria Fidia di Roma ospita Pasolini Carne e Cielo, la nuova personale di Chiara Montenero curata da Irene Niosi, omaggio al poeta di Ragazzi di vita. Dopo il successo della tappa spoletina, l’artista e poetessa torna nella capitale. E lo fa con un progetto che intreccia pittura, parola e memoria, restituendo alla visione pasoliniana la forza della materia e la fragilità della luce.
Montenero affronta il mondo poetico di Pasolini non come una semplice fonte d’ispirazione, ma come un territorio da abitare. Le opere, ispirate alla raccolta Carne e Cielo, si muovono tra monocromie delicate e cromie ardite, in cui il colore diventa carne viva e il gesto si parola. Mentre la luce assume la forma di un’emozione. Per la prima volta nella sua produzione, poi, l’elemento figurativo si affaccia con decisione, quasi un volto che emerge dal silenzio della pittura.
«Pasolini è per me un punto di riferimento costante – racconta Montenero –. Nel tradurre i suoi versi in pittura non ho voluto illustrare, ma respirare la sua inquietudine, trasformandola in luce, in gesto, in colore». Un processo che, come sottolinea la curatrice Irene Niosi, «nasce da un profondo rispetto. Ma anche dal coraggio di contaminare la propria poetica, di misurarsi con un linguaggio nuovo, sospeso tra lirismo e materia».
LEGGI ANCHE: — La visione onirica di Dalí nel ‘Bacchanale’ esposta per la prima volta in Italia
In mostra, opere come Ho gridato, Solitudine 1 e Solitudine 2 mostrano un linguaggio pittorico più libero e corporeo. Dove la materia diventa metafora dell’isolamento e della tensione spirituale del poeta. Il volto di Pasolini, con i suoi iconici occhiali, emerge da un gioco di chiaroscuri che ne restituisce la vulnerabilità e la forza, il dubbio e la fede, la carne e il cielo.
Immagini courtesy of the artist da Ufficio Stampa