La moda di Elisabetta II torna al centro della scena culturale britannica. Dal 10 aprile al 18 ottobre 2026, The King’s Gallery a Buckingham Palace ospiterà Queen Elizabeth II: Her Life in Style, la più ampia esposizione mai dedicata all’iconico guardaroba della sovrana. L’esposizione riunirà circa 200 capi, metà dei quali mai esposti prima, restituendo un ritratto completo del rapporto tra Elisabetta II e la moda lungo dieci decenni di storia.
Dai maestosi abiti da sera ai look informali in tweed, dagli outfit diplomatici ai completi indossati nella vita privata, la mostra intende raccontare non solo un gusto personale, ma anche la costruzione di un’immagine pubblica che ha influenzato generazioni di designer.
Tre firme britanniche reinterpretano la Regina
A testimoniare la portata internazionale dello stile della sovrana saranno tre nomi chiave del fashion contemporaneo: Erdem Moralioglu, Richard Quinn e Christopher Kane. Tutti hanno dichiarato di essersi ispirati, in momenti diversi delle loro carriere, ai codici estetici di Elisabetta II. Per la mostra contribuiranno con un look scelto dal loro archivio e basato proprio sulle reinterpretazioni della Regina; ogni capo sarà esposto accanto a un originale proveniente dal guardaroba reale.
Per Erdem, ad esempio, il guardaroba di Elisabetta II è «una capsula del tempo che racconta una vita lunga e definita dal senso del dovere». Richard Quinn – primo vincitore del Queen Elizabeth II Award for British Design – ha ricordato invece quanto la sovrana abbia «dato legittimità globale al fashion britannico». E Christopher Kane ha definito la collezione «uno degli archivi viventi più significativi della moda moderna».
I tre designer firmeranno anche contributi critici nel volume ufficiale Queen Elizabeth II: Fashion and Style, in uscita a marzo 2026. Inoltre, la mostra offrirà al pubblico abiti raramente visibili e materiali dietro le quinte. Tra questi, lo splendido abito verde mela creato da Norman Hartnell per il banchetto del 1957 a Washington.
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E ancora, il completo in blu crinolina indossato al matrimonio della principessa Margaret nel 1960 e una selezione di outfit privati, tra tweed scozzesi, capi da equitazione e i celebri foulard. Da segnalare anche un sorprendente impermeabile trasparente di Hardy Amies, estremamente moderno per gli anni ’60.
Accanto agli abiti, schizzi, bozzetti annotati dai designer, dalla dresser personale o dalla stessa Regina permettono di seguire il processo creativo dietro ogni capo. Una bozza di Hartnell, destinata a un abito in lamé d’argento, riporta una nota scritta a mano dalla sovrana: «opening parliament Canberra», testimonianza della sua attenzione alla destinazione di ogni look e della pratica del re-wear che l’ha accompagnata per decenni.
Simbolismo, artigianato e identità britannica
Per la curatrice Caroline de Guitaut, l’armadio della Regina è «una lezione magistrale di simbologia, sartoria e artigianato britannico». E l’esposizione vuole mettere in dialogo passato e presente, mostrando quanto l’impatto stilistico di Elisabetta II continui a influenzare i designer contemporanei.
Per favorire un ampio accesso, la Royal Collection Trust offrirà biglietti da 1 sterlina a chi riceve Universal Credit o altri sussidi, insieme a riduzioni per giovani e studenti. Una scelta coerente con l’obiettivo della fondazione: rendere fruibile a tutti uno dei patrimoni culturali più vasti del mondo. Le prevendite generali sono disponibili dal 4 novembre 2025 sul sito della Royal Collection Trust.
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