Gerhard Richter alla Fondation Louis Vuitton: una retrospettiva monumentale tra realtà e astrazione

La Fondation Louis Vuitton di Parigi celebra Gerhard Richter con una retrospettiva senza precedenti, in programma dal 17 ottobre 2025 al 2 marzo 2026. Una mostra monumentale, la più ampia mai dedicata all’artista tedesco, che riunisce oltre 270 opere realizzate tra il 1962 e il 2024, offrendo una panoramica completa su più di sessant’anni di creazione.

La mostra occupa tutti gli spazi espositivi della Fondation Louis Vuitton, proseguendo la tradizione di grandi monografiche che negli anni hanno celebrato artisti come Jean-Michel Basquiat, Joan Mitchell, Mark Rothko e David Hockney. Richter era già stato protagonista della mostra inaugurale del museo nel 2014, con alcune opere appartenenti alla collezione permanente. Oggi, a distanza di oltre dieci anni, l’istituzione francese gli rende omaggio con un progetto di eccezionale ampiezza cronologica e curatoriale.

L’esposizione include, infatti, dipinti a olio, sculture in vetro e acciaio, disegni, acquerelli e fotografie sovradipinte, componendo un percorso che si muove tra figurazione e astrazione, intimità e monumentalità. Ogni sezione copre circa un decennio di attività e mostra la continua evoluzione del suo linguaggio, fondato tanto sulla sperimentazione tecnica quanto sulla riflessione concettuale.

Gerhard Richter, Gudrun, 1987 (CR 633)

Fotografia e pittura: l’immagine come filtro

Richter, nato a Dresda nel 1932 e fuggito dalla Germania dell’Est nel 1961 per stabilirsi a Düsseldorf, vive e lavora a Colonia. Figura chiave dell’arte contemporanea, ha attraversato la storia recente europea trasformando la pittura in un campo di indagine permanente, sospeso tra memoria, immagine e astrazione.

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Tutta la sua poetica si muove attorno a un’idea chiave: la pittura come traduzione mediata del reale. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Dresda, l’artista ha rielaborato generi tradizionali – natura morta, ritratto, paesaggio, pittura storica – filtrandoli sempre attraverso un medium intermedio, come la fotografia o il disegno. Da questa distanza nasce un’immagine nuova, autonoma, che non imita ma reinventa la realtà.

Gerhard Richter, Apfelbäume, 1987 (650-1)

Nel corso dei decenni, Richter ha esplorato una straordinaria varietà di stili e tecniche: dal rigore formale dei primi dipinti su base fotografica alla libertà gestuale delle grandi tele astratte realizzate con spatola. Fino alle ultime serie dedicate al disegno e alla materia del colore. Anche dopo la sua decisione, nel 2017, di interrompere la produzione pittorica, la sua ricerca è proseguita nel segno della riflessione e del segno grafico.

La retrospettiva alla Fondation Louis Vuitton non è solo un tributo a uno dei maestri viventi dell’arte mondiale, ma anche una riflessione sulla pittura come linguaggio aperto, capace di assorbire tempo, storia e percezione. Attraverso sei decenni di opere, il visitatore attraversa le tensioni e le armonie che definiscono la visione di Richter: un equilibrio fragile tra caso e controllo, luce e velatura, memoria e cancellazione.

Immagini da Ufficio Stampa / In copertina: Gerhard Richter, Venedig (Treppe) [Venezia (staircase)], 1985 (CR 586-3)