Dal prossimo 11 ottobre, la Collezione Peggy Guggenheim esplora l’arte ceramica di Lucio Fontana con 70 opere uniche.
Dal prossimo 11 ottobre, la Collezione Peggy Guggenheim a Venezia ospiterà Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana, la prima monografica museale dedicata esclusivamente alla produzione in ceramica dell’innovativo artista italiano (1899-1968). Curata da Sharon Hecker, la mostra presenta circa 70 opere storiche, molte mai esposte prima, provenienti da collezioni pubbliche e private. Lavori che rivelano un aspetto meno noto ma essenziale della carriera di Fontana, noto per le sue tele tagliate.
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Mani-Fattura riscopre, infatti, lo scultore e sperimentatore dell’argilla, un medium che ha accompagnato la sua vita di Fontana dagli anni ’20 in Argentina fino al dopoguerra in Italia. La mostra evidenzia proprio la varietà della sua produzione: dalle figure di donne, animali marini e arlecchini alle sculture astratte, passando per oggetti d’arredo come piatti, crocifissi e fregi per edifici milanesi.

Queste opere, spesso create con collaboratori come Tullio d’Albisola e la manifattura Mazzotti di Albisola, sfidano il confine tra artigianato e arte. A raccontare e arricchire il percorso, fotografie d’archivio che mostrano Fontana al lavoro, sottolineando il ruolo centrale della mano nella modellazione dell’argilla. Materiale che – scrive Hecker – “emerge come un contenitore di sperimentazione vitale, di molteplicità e fertilità”.
Il percorso espositivo
L’esposizione copre periodi chiave: il primo soggiorno argentino, il ritorno in Italia sotto il Fascismo, gli anni di guerra in Sudamerica e il boom economico italiano. Oggetti unici e pezzi in serie, come caminetti e maniglie, riflettono poi il suo dialogo anche con designer e architetti.
Tra le opere in mostra, spicca Concetto spaziale (1962-63), una terracotta smaltata e squarciata della Fondazione Lucio Fontana, che unisce la sua poetica spazialista alla manualità ceramica. Altre sculture astratte e figurative esplorano temi antichi, rivisitati con tecniche innovative che sfidano i rituali tradizionali dell’argilla.
La curatrice Hecker nota: “A lungo associata all’artigianato più che all’arte, oggi la ceramica di Fontana sta ricevendo una nuova attenzione grazie al rinnovato interesse per questo materiale nell’arte contemporanea”. In questo senso, la mostra solleva questioni storiche, tecniche e materiali, presentando Fontana come un pioniere della materia, non solo dello spazio.
Il percorso, arricchito da pannelli didattici e installazioni, guida il pubblico attraverso l’evoluzione stilistica di Fontana, dal realismo figurativo alla sperimentazione astratta. E le collaborazioni con architetti milanesi emergono in fregi ceramici per cinema e chiese, mentre oggetti per interni privati mostrano la versatilità dell’artista.


Un ricco programma di attività gratuite (qui i dettagli), sostenuto dalla Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz, accompagnerà l’esposizione. Workshop, conferenze e laboratori esploreranno il linguaggio visivo di Fontana, coinvolgendo pubblico di tutte le età. Questi eventi, annunciati su www.guggenheim-venice.it, amplificano l’impatto culturale della mostra.
Il catalogo, edito da Marsilio Arte, include saggi di Hecker, Raffaele Bedarida, Luca Bochicchio, Elena Dellapiana, Aja Martin, Paolo Scrivano e Yasuko Tsuchikane, analizzando i contesti storici, sociali e culturali della ceramica di Fontana. Con immagini delle opere e approfondimenti, diventa un complemento essenziale per studiosi e appassionati.
Immagini da Ufficio Stampa / Shutterstock