La città di Mentone ospite, dal 15 giugno, una mostra innovativa con opere di Canaletto, Dalì e Banksy in un dialogo unico.
Domenica 15 giugno 2025 il nuovo Museo Marabini-Martac apre i battenti a Mentone, sulla Costa Azzurra, con la mostra Il cibo nell’arte attraverso i secoli, un’esposizione che promette di rivoluzionare l’esperienza museale. Ospitato nel maestoso Palazzo Belle Époque, progettato nel 1865 da Gustave Eiffel, il museo – che si estende su 4.500 metri quadrati affacciati sul mare – accoglierà il pubblico dalle 10:00 alle 18:00 per inaugurare un percorso artistico inedito. Nel quale si susseguono dipinti, sculture, installazioni, libri e manoscritti dal XV secolo a oggi.
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Con opere di Canaletto, Keith Haring, William Turner, Cy Twombly, Giorgio Morandi, Daniel Spoerri. E ancora, Salvador Dalì, Banksy, Man Ray, Robert Rauschenberg, Filippo De Pisis, Lucio Fontana e molti altri. L’obiettivo? Diventare un punto di riferimento europeo per l’arte e la cultura.
Un viaggio unico tra arte e cibo
La mostra Il cibo nell’arte attraverso i secoli propone un viaggio visivo e concettuale che esplora il rapporto tra arte e alimentazione attraverso epoche e stili diversi. Ogni sala, infatti, è concepita attorno a un tema specifico e accoglie capolavori come Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo in dialogo con le installazioni pop di Keith Haring ei surrealismi di Salvador Dalì, creando connessioni inattese. L’approccio multidisciplinare include non solo dipinti e sculture, ma anche libri rari e manoscritti, offrendo un’immersione profonda nei contesti storici, culturali e simbolici.
Questa visione curatoriale, lontana dalle rigide classificazioni tradizionali, permette al pubblico di scoprire parallelismi e contrasti. E rende l’esperienza stimolante e accessibile a tutti i livelli di lettura. A garantire la qualità scientifica del progetto è un comitato di esperti internazionali, composto da storici dell’arte, giornalisti, galleristi e direttori di musei, che sostiene l’ambizione del Museo Marabini-Martac di diventare un polo culturale di riferimento.
La visione di Liana Marabini-Martac e Mauro Marabini
La mostra, che riunisce artisti dal Rinascimento a oggi, non si limita a celebrare il cibo come soggetto artistico. Ma lo usa come lente per esplorare temi universali, dalla natura morta di Giorgio Morandi alle provocazioni di Banksy. L’allestimento è proprio pensato per sorprendere e coinvolgere. E trasforma Palazzo Belle Époque in uno spazio vivo, dove l’arte diventa un’esperienza condivisa e accessibile, lontana dalla logica accademica tradizionale.
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Il Museo Marabini-Martac nasce dalla passione di Liana Marabini-Martac e Mauro Marabini, editori, produttori cinematografici, mecenati e collezionisti con una lunga esperienza nella promozione dell’arte. Dopo aver gestito un castello del XV secolo a Cortazzone (Asti) e un museo privato a Mongardino (Bologna) dedicato alla storia del cibo, la coppia fonda questa nuova istituzione con l’intento di liberare le opere da cronologie e autori, favorendo dialoghi estetici e iconografici.
“Troppo spesso i musei soffocano la vitalità delle opere con categorie rigide”, spiegano. “Qui le mettiamo a confronto, permettendo loro di interagire e rivelare bellezza, umanità e memoria collettiva, come nelle antiche stanze delle meraviglie”. Liana, anche presidente della Biennale d’Arte Contemporanea Sacra (BACS) di Mentone e dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums per Monaco e la Costa Azzurra, guida questa visione con un approccio inclusivo e innovativo.
Immagine da Ufficio Stampa