Dai murales più fotografati al museo, dalle statuette di San Gregorio Armeno al nuovo colosso di oltre sei metri: viaggio nella città che venera il Pibe de Oro.

Le immagini della cronaca, sportiva e non solo, ci raccontano una Napoli in festa, brulicante di tifosi per la vittoria del quarto scudetto. Una passione che il capoluogo campano trasuda da tutti i pori e che è stata incarnata a pieno da uno dei suoi idoli immortali, Diego Armando Maradona, il Pibe de Oro. A tre anni dalla sua scomparsa, il suo mito vive più che mai nei vicoli, sui muri e nei cuori dei napoletani.
L’articolo continua più sotto
La nostra newsletter bisettimanale dedicata al mondo dell’arte e della cultura
Per ricordare il D10S, ecco un itinerario culturale che tocca alcune tappe iconiche. Dalla nuova monumentale statua ai Quartieri Spagnoli al Museo Maradona, dai murales di Soccavo ai presepi di San Gregorio Armeno. Un viaggio emozionante tra arte, memoria e calcio nella città che ha fatto di Diego un simbolo eterno.

1. La statua di Maradona: un gigante ai Quartieri Spagnoli
La prima tappa è Largo Maradona, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, dove è fresca di inaugurazione la statua di 6,20 metri dedicata a Diego Armando Maradona. Realizzata dall’artista italo-argentino Salvador Gaudenti, l’opera intitolata D10S incarna il doppio cuore della leggenda del pallone, divisa tra Buenos Aires e Napoli. Promossa da Alessandro Dramisino, Nr Museum e i curatori della mostra Un Secolo d’Azzurro (Aldo Rossi Merighi e Sabrina Trombetti), l’inaugurazione ha visto la partecipazione del campione del mondo Pedro Pablo Pasculli, ex compagno di Diego in Argentina.

La statua, imponente e pop, si erge in Via Emanuele de Deo, vicino al celebre murale, e siamo certi che diventerà un nuovo luogo di pellegrinaggio per tifosi e turisti. Di certo, è il punto di partenza perfetto per immergersi nel culto di Maradona, tra i vicoli vibranti di Napoli.
LEGGI ANCHE: «Non fatevi tagliare le ali». L’arte di Cris Devil: dalle installazioni al casco per Bezzecchi
2. I murales di Maradona: la street art racconta il campione
Napoli è un museo a cielo aperto e lo confermano anche i due murales iconici dedicati a Maradona che sono tra le opere più amate. Il primo, appena citato, è nei Quartieri Spagnoli (Via Emanuele de Deo 60) ed è stato realizzato nel 1990 da Mario Filardi, allora 23enne, per celebrare il secondo scudetto del Napoli. Completato in tre giorni grazie a una colletta di tifosi, il murale ha subito l’usura del tempo e oggi il volto di Diego corrisponde a una finestra aperta nel 1998. Restaurato nel 2016 da Salvatore Iodice e nel 2017 da Francisco Bosoletti, è un simbolo vivo, meta di celebrazioni e omaggi. Largo Maradona si anima, infatti, di tifosi, fuochi d’artificio e preghiere in tutte le più importanti date sportive.

Il secondo murale storico si trova a San Giovanni a Teduccio (Via Taverna del Ferro) ed è un capolavoro di Jorit Agoch del 2017. Autofinanziato e sostenuto da Marek Hamsik e Inward, raffigura un Maradona barbuto, con uno sguardo severo tratto da una foto da allenatore dell’Argentina. “Grazie Jorit! Grazie Napoli! Noi siamo una Tribù Umana!”, scrisse Diego su Facebook, apprezzando i segni rossi sul viso, simbolo di unità. Pubblicato anche su The Guardian, il murale è un’ode alla resilienza napoletana, visibile sulle case popolari di un quartiere periferico in corso di riqualificazione.
A inizio 2024, infatti, è stato annunciato l’abbattimento delle palazzine con conseguente perdita delle opere. Immediata la reazione dei cittadini che ha convinto le istituzioni a valutare un possibile piano di salvataggio dai costi molto elevati per il Comune. Vedremo… Intanto, lo stesso Jorit più recentemente ha dedicato un secondo murale a Maradona: è del 2020 ed è a Quarto, a una quindicina di chilometri da Napoli.

Anche il quartiere Soccavo ha dedicato un murale al Pibe de Oro. Per combattere lo stato di abbandono del Centro Sportivo Paradiso, ex casa del Napoli negli anni d’oro, nel 2020 l’artista Mario Casti ha dipinto un murale in cui Maradona, seduto su un pallone, osserva la figlia Dalma che raccoglie margherite. “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli”, recita la frase di Diego accanto all’opera, un omaggio alla sua empatia per i più umili. Il murale ha riacceso l’attenzione sul centro, chiuso da oltre vent’anni dopo il fallimento del Napoli nel 2004. Le tribune sono fatiscenti, il campo invaso dalla vegetazione, ma l’opera di Casti è un grido di speranza per il recupero di un luogo che vide Maradona nelle sue performance in allenamento.
3. Museo Maradona, cimeli e ricordi
A Napoli, il Museo Maradona è un santuario per i tifosi, custodito dalla famiglia Vignati. Situato in Vico Cariati 58, 80132 Napoli (non lontano da Largo Maradona), ospita oltre 100 cimeli autentici, da maglie a oggetti personali di Diego. Saverio Vignati, per trent’anni guardiano dello Stadio San Paolo (oggi Stadio Maradona), strinse un legame profondo con il campione. Sua moglie Lucia, governante di Maradona dal 1984 al 1991, e il figlio Massimo hanno trasformato questi ricordi in una collezione senza pari. Ogni oggetto racconta la storia di Diego e il suo impatto su Napoli e l’Argentina. Tra le opere esposte, la statua in bronzo fuso di Domenico Sepe (170 cm di altezza) la cui base rappresenta la mappa dell’Argentina su cui un Maradona eroico poggia il piede.

4. San Gregorio Armeno: Maradona nei presepi di Napoli
A San Gregorio Armeno, la via dei presepi, Maradona è una star anche tra le statuine artigianali. Accanto a pastori e Re Magi, i maestri presepiali non mancano di fare i conti con le figurine di Diego in maglia azzurra, spesso con lo Stadio Maradona in miniatura. Piccole opere di artigianato che riflettono il culto popolare, trasformando il calcio in un’arte sacra. Così, passeggiare tra le botteghe è un’esperienza unica, finale perfetto per un itinerario in una Napoli che non smette di celebrare il suo D10S.


Immagini Shutterstock