Ci ha lasciato lo scorso 23 maggio il fotografo di origini brasiliane Sebastiao Salgado, la cui ultima mostra italiana è in corso al Mart di Rovereto.

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Sebastião Salgado, tra i più grandi fotografi del nostro tempo, lascia un’eredità visiva che continua a ispirare. Il maestro è scomparso lo scorso venerdì 23 maggio, prima di poter visitare – come promesso – la sua ultima mostra in Italia, in corso al Mart di Rovereto (fino al 21 settembre) e al MUSE di Trento (fino all’11 gennaio 2026). Una promessa, quella fatta alle due istituzioni che ospitano il progetto Ghiacciai, che purtroppo non potrà essere mantenuta.  

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Curata da Lélia Wanick Salgado, la mostra presenta oltre 50 fotografie che catturano la bellezza fragile dei ghiacciai. Un tributo alla sua visione ecologica e poetica.

4. Un ghiacciaio ai piedi del Cerro Torre, della Torre Egger e della Punta Herron, cime situate in Patagonia al confine tra Cile e Argentina, 2007
Un ghiacciaio ai piedi del Cerro Torre, della Torre Egger e della Punta Herron, cime situate in Patagonia al confine tra Cile e Argentina, 2007. © Sebastião Salgado/Contrasto

Una vita dietro l’obiettivo

Nato nel 1944 a Minas Gerais, Brasile, Sebastião Salgado ha trasformato la fotografia in un atto di testimonianza. Economista di formazione, abbandona la carriera accademica nel 1973 per dedicarsi alla fotografia a Parigi, lavorando con agenzie prestigiose fino al 1994, quando fonda con la moglie Lélia Wanick Salgado l’agenzia Amazonas Images, cuore del suo lavoro. Da quel momento, l’artista ha viaggiato in oltre 100 Paesi, documentando la vita umana e gli ecosistemi con empatia e rigore.

La sua opera, raccolta in libri iconici come Altre Americhe (1986), La mano dell’uomo (1993), Genesi (2013) e Amazônia (2021), è un inno alla bellezza e alla fragilità del pianeta. Tra i riconoscimenti, il Premio Príncipe de Asturias per le Arti, il Praemium Imperiale e la nomina a membro dell’Académie des Beaux-arts nel 2016. Nel 2021, l’Università di Harvard gli ha conferito un dottorato onorario.

Salgado non era solo un fotografo, ma un attivista. Negli anni ’90, con Lélia, fonda l’Instituto Terra, recuperando una parte della Foresta Atlantica brasiliana e dandovita a una foresta ricca di fauna e flora endemiche. Il documentario Il sale della Terra (2014), co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, racconta la sua vita, vincendo il César e ricevendo una nomination agli Oscar.

Ghiacciai: l’urlo silenzioso dell’ecosistema

La mostra Ghiacciai, nata da un’idea del Trento Film Festival, celebra l’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai 2025. Oltre 50 fotografie in bianco e nero (per la maggior parte inedite), selezionate da Lélia, ritraggono ghiacciai dalla Patagonia all’Himalaya in un percorso unico, emozionante e suggestivo. Attraverso il suo obiettivo, Salgado è andato oltre lo scatto perfetto: le sue immagini esplorano la maestosità di ecosistemi al collasso e urlano un’urgenza che coinvolge ciascuno di noi.  

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Salgado ha trasformato la fotografia in un ponte tra arte e attivismo. E Ghiacciai è un ultimo regalo, un invito a proteggere il pianeta che ha tanto amato. Al Mart e al MUSE, la sua visione vive, commuovendo e ispirando.

Immagini © Sebastião Salgado/Contrasto via Ufficio Stampa – Foto Shutterstock

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