Il Mart di Rovereto e il MUSE di Trento ospitano la mostra ‘Ghiacciai’, ultimo progetto fotografico di Sebastião Salgado che ci ricorda l’emergenza di un ecosistema.

Dallo scorso 12 aprile, il Mart di Rovereto (fino al 21 settembre) e il MUSE di Trento (fino all’11 gennaio 2026) ospitano Ghiacciai, l’ultimo progetto del fotografo Sebastião Salgado, curato da Lélia Wanick Salgado. La moglie dell’artista segue, infatti, ogni dettaglio delle sue mostre e pubblicazioni fin dalla fine degli anni Sessanta. Nato da un’idea del Trento Film Festival, in collaborazione con Contrasto e Studio Salgado, il progetto celebra l’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai 2025, proclamato dall’ONU.
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Per l’occasione, sono oltre 60 le fotografie in bianco e nero, in gran parte inedite, visibili in mostra, con l’obiettivo di sensibilizzare sul ruolo dei ghiacciai nel clima globale e sulla crisi climatica. Dopo Genesis e Amazônia, dunque, Salgado volge il suo obiettivo verso i ghiacciai, da lui definiti “vivi e fautori di vita”. Gli scatti, realizzati in luoghi come la Penisola Antartica, il Canada, la Patagonia e l’Himalaya, catturano la maestosità di queste masse glaciali in un bianco e nero denso, carico di contrasti.

“Con il termine ghiacciai, in questo caso, si vogliono indicare quegli ecosistemi dove sopravvive — ormai possiamo davvero usare questo termine — uno strato permanente di ghiaccio. Salgado ha intrapreso un’esplorazione dei 32 territori più remoti del pianeta”, spiega Gabriele Lorenzoni che ha curato il coordinamento della mostra al Mart. “Luoghi dominati dai ghiacci perenni come l’Antartide, la Patagonia, le Isole Sandwich Australi e l’Himalaya, dove l’impatto dell’antropizzazione è stato minimo. Nonostante ciò, anche questi territori stanno subendo in modo drammatico le conseguenze dell’aumento delle temperature globali. L’obiettivo del fotografo è chiaro: sollecitare le coscienze di uomini e donne affinché si intervenga con urgenza sul tema del cambiamento climatico”.
Oltre la fotografia
“Le fotografie di Salgado vanno lette non solo come splendidi scatti naturalistici capaci di restituire l’immensità e la bellezza di paesaggi poco esplorati”, prosegue Lorenzoni. “Ma anche come potenti documenti di denuncia, attuali e urgenti, con una forte valenza politica e sociale”. In questo senso, dunque, la mostra non implica semplice visita e “per sua stessa natura impone un approccio differente”.

“Salgado, artista e fotografo di fama mondiale, è noto per realizzare mostre ‘in cassetta’. Ovvero progetti espositivi che partono da una pubblicazione, si trasformano in selezioni fotografiche e quindi in mostre itineranti. Così è stato per Amazônia o Genesis, che condividono lo stesso linguaggio visivo e narrativo della mostra sui ghiacciai. Tuttavia, questa mostra è un unicum, pensata e realizzata ad hoc per i nostri musei e per l’anno 2025”, spiega il coordinatore.
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Cuore dell’allestimento, dunque, sono 50 foto inedite (delle 54 totali al Mart cui si aggiungono le 10 al MUSE) che mostrano “uno sguardo nuovo di Salgado su territori remoti e fragili. Questo dato, oltre a testimoniare l’eccezionalità della mostra, sottolinea anche l’entusiasmo con cui Salgado ha partecipato a tutte le fasi del progetto. Dalla selezione alla produzione, dalla stampa all’incorniciatura fino al setup dell’allestimento”.
“Persino la scelta del colore blu per le pareti è stata fatta personalmente dall’artista”, sottolinea Lorenzoni. Atteso al Mart nel prossimo mese di giugno, Salgato coltiva un rapporto speciale con il Trentino dove da oltre vent’anni fa stampare i suoi libri dall’editrice Contrasto. “Quanto al percorso espositivo, non è suddiviso per aree geografiche. Ma abbiamo volutamente mescolato le immagini perché il messaggio che vogliamo trasmettere va oltre la semplice documentazione paesaggistica.
Certo, si tratta di una bellissima mostra di paesaggi, ma ciò che ci interessa davvero è l’emergenza ambientale, il punto critico in cui si trova il nostro pianeta. E Salgado, tra tutti i fotografi contemporanei, è probabilmente quello che più coerentemente ha portato avanti un’arte profondamente politica e sociale fin dai suoi primi scatti negli anni Sessanta. Le sue immagini, perfette nella composizione e nella tecnica nascono da una volontà precisa: usare la bellezza per trasmettere un messaggio urgente”.


“La scelta del bianco e nero, che adotta con coerenza dalla fine degli anni Settanta, serve proprio a eliminare la distrazione del colore e concentrarsi sull’essenza dell’immagine”, racconta ancora il coordinatore a margine della nostra visita. “Le fotografie aspirano a una forma di perfezione lirica, emotiva, quasi visionaria: sembrano quadri divisionisti per la loro forza evocativa. Ma tutto questo non è mai fine a sé stesso: è solo uno strumento per parlare dei grandi temi del nostro tempo.
Salgado si è speso moltissimo su questi fronti, basti pensare al suo ciclo sulle miniere d’oro in Brasile, o a quelli sulla guerra nei Balcani, in Ruanda o Namibia. Ha vissuto con le popolazioni colpite, si è mosso a piedi con i migranti, ha testimoniato le tragedie con una vicinanza rarissima. Alla fine degli anni Novanta, travolto da un eccesso di dolore e stress fisico ed emotivo, ha deciso di non fotografare più l’uomo, ma non ha mai abbandonato l’impegno. L’ha solo spostato sulla natura, sul pianeta, sulla sostenibilità. Ed è da qui che nasce anche questa mostra”.
Ulteriori dettagli
Sebastião Salgado. Ghiacciai
dal 12 aprile al 21 settembre 2025 al Mart
dal 12 aprile all’11 gennaio 2026 al Muse
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
MUSE – Museo delle Scienze di Trento
A cura di
Lélia Wanick Salgado
Assistente Estelle Neves De Oliveira
Coordinamento
Gabriele Lorenzoni e Luca Scoz
Supervisione
Diego Ferretti, direttore Mart
Massimo Bernardi, direttore MUSE
Vedute della mostra Ph Mart, Jacopo Salvi, 2025 / Opere © Sebastião Salgado/Contrasto