A 35 anni dall’ultima mostra, Palazzo Reale dedica a Felice Casorati una grande retrospettiva visitabile fino al prossimo 29 giugno.

Fino al 29 giugno, le sale di Palazzo Reale a Milano riabbracciano Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) a 35 anni dall’ultima mostra del 1990. Comune di Milano-Cultura e Marsilio Arte, in collaborazione con l’Archivio Casorati, presentano infatti una delle retrospettive più ampie e complete dedicate all’artista. Curata da Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli – tra i massimi esperti di Casorati – l’esposizione è un viaggio nella vita di un grande maestro dell’arte italiana a cavallo tra due secoli.

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“Milano torna a celebrare l’originalità di Felice Casorati con una grande antologica, in cui accogliamo anche numerosi capolavori già esposti alla Biennale di Venezia del 1952”, osserva l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Un’esposizione che offre l’opportunità di riscoprire un artista unico, indipendente e poliedrico, che si è avvicinato all’arte inizialmente con la musica, poi attivo come scultore, scenografo e costumista per il teatro d’opera. Un percorso affascinante che invita il pubblico a immergersi nell’arte di un maestro capace di attraversare generi e tecniche con ineguagliabile sensibilità e profondità espressiva”.

Ritratto di Maria Anna De Lisi o Anna Maria De Lisi, 1919, tempera su tela, 141 x 140 cm. Collezione privata. Photo Credit: Pino Dell’Aquila. © Felice Casorati by SIAE
Ritratto di Maria Anna De Lisi o Anna Maria De Lisi, 1919, tempera su tela, 141 x 140 cm. Collezione privata. Photo Credit: Pino Dell’Aquila. © Felice Casorati by SIAE

Il legame tra l’artista e Milano è tema centrale della mostra, approfondito anche nel catalogo edito da Marsilio Arte. Per Casorati, infatti, la città era un crocevia strategico: primo in Italia a sviluppare un moderno mercato dell’arte, negli anni Venti le sue rassegne erano un terreno fertile per confrontarsi con le avanguardie, influenzando profondamente il suo percorso creativo.

Attraverso 14 sale, Casorati a Palazzo Reale offre una rilettura completa della sua opera, dagli esordi del Novecento agli anni Cinquanta. Oltre 100 lavori – dipinti su tela e tavola, sculture, grafiche simboliste, bozzetti per il Teatro alla Scala – arrivano da collezioni private e istituzioni prestigiose come la GAM di Torino (che custodisce la più ricca raccolta casoratiana), la Galleria Nazionale di Roma, Ca’ Pesaro di Venezia e il Mart di Trento e Rovereto. Oltre all’Archivio Casorati che ha fornito un supporto scientifico essenziale, condividendo documenti storici.

Un mondo di silenzi e poesia: il percorso della mostra

Come spiegano i curatori, “la retrospettiva è stata pensata per trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico di Casorati. Invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica). Conducendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale. Le sale di Palazzo Reale costituiscono il contesto aulico perfetto per ricostruire la dimensione silenziosa, fatta di pause, contrappunti e vuoti, emanata dalle opere stesse”.

Così, il percorso segue l’evoluzione stilistica di Casorati: dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo al realismo magico. Fino alle influenze picassiane e al sintetismo degli ultimi anni.Si comincia con il realismo di opere come il Ritratto della sorella Elvira (1907, collezione privata) e Le ereditiere (1910, Mart di Rovereto). Poi, gli anni a Verona dal 1911, segnati dal simbolismo e dalla Secessione, grazie al dialogo con Venezia e artisti come Gino Rossi e Arturo Martini a Ca’ Pesaro, dove nel 1913 tiene la sua prima personale.

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A Torino, dopo la tragica perdita del padre nel 1919, Casorati si stabilisce nella casa-studio che sarà il suo rifugio. Qui nascono opere metafisiche come Una Donna (o l’Attesa, 1919, collezione privata), Un uomo (o Uomo delle botti, 1919-20) e Bambina (o Ragazza con scodella, 1919), riunite per la prima volta dal 1964 in un trittico che vibra di solitudine. La monumentale Colazione poi (Castello di Rivoli, Collezione Cerruti) cattura il lutto del dopoguerra con una famiglia di donne.

Gli anni Venti si aprono con La donna e l’armatura (1921, GAM Torino) e Silvana Cenni (1922, collezione privata), ispirata a Piero della Francesca. La collaborazione con Riccardo Gualino porta ai ritratti di famiglia e al teatrino privato, con bozzetti per danzatrici come Raja e Bella Markman (Donna con arco, L’incontro con la musica, collezione privata). Alla Biennale di Venezia del 1924, sette delle quattordici opere esposte rivivono in mostra: tra queste, Meriggio (1923, Museo Revoltella) e Conversazione platonica (1925, collezione privata), premiata a Barcellona nel 1929.

L’Annunciazione (1927, collezione privata), esposta a Ginevra e Zurigo, torna dopo anni con la sua atmosfera enigmatica. Negli anni Trenta e Quaranta, dipinti come Donne in barca (1933, Galleria Ricci Oddi) e Le sorelle Pontorno (1937, Unicredit ArtCollection) esplorano figure femminili intime. Le nature morte degli ultimi anni, come Natura morta con l’elmo (1947, GAM Torino) e Uova su fondo rosso (1953, collezione privata), si affiancano a Eclissi di luna (1949, collezione privata).

Musica e teatro: l’anima versatile di Casorati

Appassionato di musica, Casorati ha brillato anche come scenografo per il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma e la Scala di Milano. Dai suoi archivi storici emergono bozzetti per Le Baccanti, Fidelio e balletti di Petrassi e de Falla, chiudendo un percorso che celebra la sua poliedricità.

Immagini da Ufficio Stampa / In copertina: Ritratto di Cesarina Gurgo Salice o Ritratto di signora, 1922, olio su tavola, 72 x 60 cm. Collezione privata. Photo Credit: Andrea Guermani. © Felice Casorati by SIAE

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