Al M.A.D. Mantova Art Design, la mostra ‘Tights of Future’ di Emilio Cavallini trasforma la calza in arte. Fino al 14 marzo.
Fino al 14 marzo, il M.A.D. Mantova Art Design (via Cavour 59, Mantova) ospita Tights of Future di Emilio Cavallini. La mostra è un’esplosione di creatività che eleva la calza a opera d’arte, pronta a conquistare gli sguardi di chi visiterà lo spazio diretto da Lucia Quasimodo. La calza per la calza come l’arte per l’arte è la filosofia che guida Emilio Cavallini per il quale ogni collezione nasce come gesto artistico anche quando vestiva le gambe delle donne con il suo talento di stilista.
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E a un certo punto, Cavallini ha deciso di spingersi oltre trasformando un oggetto quotidiano come la calza in qualcosa di visionario. Liberandola, così, dal suo ruolo tradizionale per farla brillare come protagonista di un’arte senza confini. “In questa mostra presento una selezione di opere in cui la calza diventa il pennello o il filo conduttore di tutti i quadri, da cui si può intravedere un futuro per la calza stessa”, spiega l’artista.


“La mia arte è pittura oggettuale ossia quadri oggetto. Una ricerca dei complessi rapporti tra spazio, luce e forma con un’astrazione geometrica in 3D”, aggiunge. Quadi una “pittura oggettuale”, dunque, con quadri che vivono nello spazio sfidando la percezione e invitando a guardare oltre l’ovvio.
Nato a San Miniato (Pisa) nel 1945, Emilio Cavallini ha intrecciato moda e arte fin dagli Anni ’60. A Londra, alla fine di quel decennio, ha collaborato con l’iconica Mary Quant, rivoluzionando il mondo dei collant con un tocco di eleganza ispirato all’arte contemporanea. Frequentando circoli artistici, soprattutto negli Stati Uniti, Cavallini è riuscito negli anni a coltivare una doppia anima: stilista di fama e creatore visionario.
Nel 2010 ha scelto, quindi, di dedicarsi completamente all’arte, usando materiali insoliti – nylon, filati, collant, rocchetti – per dar vita a opere che si muovono tra geometria e matematica. Punti, linee, cerchi e triangoli danzano in 3D, seguendo algoritmi e teorie contemporanee, in un percorso che richiama l’arte cinetica e generativa del Novecento.
Immagini da Ufficio Stampa