Il Museo del Novecento, nel cuore di Milano, ospita l’installazione permanente che fa dialogare città e memoria collettiva.
I funerali dell’anarchico Pinelli di Enrico Baj, una delle opere più potenti della denuncia civile nell’arte contemporanea italiana, trova una collocazione definitiva al Museo del Novecento. A partire da giovedì 20 febbraio, infatti, la monumentale installazione polimaterica sarà esposta in una sala monografica dedicata all’artista. Situata all’interno della Galleria Gesti e processi, recentemente riallestita e dedicata ai movimenti artistici che hanno segnato il dibattito culturale e sociale milanese dagli anni Sessanta agli anni Novanta.
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L’opera, alta tre metri e lunga dieci, è composta da figure sagomate in legno e assemblate con la tecnica del collage, cifra stilistica di Baj. L’esplicito riferimento a Guernica (1937) di Picasso si riflette nell’impianto compositivo e nell’intensità emotiva: volti scomposti dal dolore, corpi dilaniati dalla tragedia e un’atmosfera carica di sgomento. Un omaggio visivo e concettuale all’anarchico Giuseppe Pinelli, morto in circostanze mai del tutto chiarite il 15 dicembre 1969 nella Questura di Milano. E un atto di memoria collettiva su un dramma che ha segnato la città e l’intera nazione.

L’installazione trova posto in uno spazio che si affaccia su Piazzetta Reale, rafforzando l’idea del Museo del Novecento come un luogo aperto, capace di dialogare con la città. Come già accade con l’iconica Sala Fontana che si affaccia su Piazza Duomo, anche questa nuova collocazione permette ai passanti di scorgere l’opera dall’esterno, creando un ponte tra il museo e lo spazio urbano.
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La nuova collocazione
“Con questa collocazione permanente, l’opera viene restituita alla città, arricchendo il percorso del museo”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Parte di un processo più ampio di ripensamento e rinnovamento dell’intero percorso espositivo, in vista del nuovo Arengario, l’arrivo dell’opera di Baj rappresenta un momento significativo nel lavoro che stiamo facendo per arricchire ulteriormente l’offerta culturale della città. Consolidando il Museo del Novecento come punto di riferimento nazionale e internazionale”.


Fondatore del Movimento Arte Nucleare, vicino alle sperimentazioni del Nouveau Réalisme, Baj ha sempre posto al centro della sua ricerca l’uomo, le sue pulsioni e il suo desiderio di libertà. I funerali dell’anarchico Pinelli è un manifesto visivo che unisce arte e politica, richiamando lo sdegno e il dolore di fronte alla violenza subita dalla società civile.
L’installazione, realizzata con le macerie del PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, distrutto dall’attentato mafioso del 1993, rappresenta un simbolo del Secolo breve. Allo stesso tempo, costituisce un’apertura alle nuove ricerche dell’arte contemporanea che troveranno spazio nel progetto del nuovo Arengario.
Immagini da Ufficio Stampa