Dal 7 al 17 novembre le opere di Caterina Giglio spiccano a Palazzo Velli in Trastevere (Roma). A cura di Gianluca Marziani.

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Inaugura giovedì 7 novembre (fino al 17 novembre 2024) la mostra ANImATAMeNTE di Caterina Giglio, a cura di Gianluca Marziani. La mostra – a ingresso libero – è ospitata nel magnifico Palazzo Velli in Trastevere a Roma (Piazza di S. Egidio, 10) ed è un viaggio dei sensi tra le opere dell’artista, per generare un’esplorazione profonda e catartica dell’interiorità. Arte e vita si intrecciano in una fusione di emozioni, forme e narrazioni.

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ANImATAMeNTE si presenta come un’avventura visiva nel segno ossessivo che diventa corpo, connessione, famiglia. Quasi 100 opere che raccontano, con sintesi ed energia metaforica, la storia di un’artista dalla biografia eterogenea e dalla rigorosa disciplina interiore. Penna a china, acrilici, acquerelli, tela, carta velina: la varietà di tecniche e materiali utilizzati riflette in pieno il tenore eclettico dell’artista romana, il cui frequenzimetro capta un vitalismo cosmico che ci trascina tra radici illustri, nel cuore visionario di Lewis Carroll, nei corpi nervosi di Kiki Smith, nei surrealismi psicomagici di Max Ernst. 

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ANImATAMeNTE e le direzioni pittoriche di Caterina Giglio

Sono molteplici le direzioni pittoriche dell’artista, organizzate lungo le sue ispirazioni umorali e le aspirazioni morali. Attraverso i suoi abbracci dipinti, l’artista riflette – invitando anche il pubblico – sul significato dei corpi come agenti del sentimento e dello scambio. Al contempo, inserisce i suoi corpi dentro un habitat in cui emerge l’albero come simbolo di rinascita e vita, dentro una connessione tra umano, animale e vegetale.

Le opere di Giglio dialogano in forma simbiotica con il testo scritto da Marziani, il quale ha sposato il progetto dell’artista in un momento particolarmente difficile della sua vita personale, segnato dal lutto e dalla rinascita interiore. Gianluca Marziani, nel suo ruolo di curatore, non solo introduce il pubblico al mondo di Giglio ma vi partecipa attivamente, condividendo un percorso di guarigione e scoperta. Nelle sue parole, la pittura dellartista diventa un atto di catarsi

Foto di Simon D’Exea

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