L’installazione audiovisiva ‘Light to the Nations’ e altre opere inedite di Yael Bartana in anteprima alla Galleria Raffaella Cortese e alla 60ª Biennale di Venezia.
Prosegue da parte di Galleria Raffaella Cortese l’impegno ad approfondire l’opera di Yael Bartana, artista israeliana nata nel 1970 e attiva tra Amsterdam e Berlino. In occasione della 60ª Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia viene presentata in anteprima una nuova installazione audiovisiva
La nuova mostra personale, ospitata nello spazio di via Stradella 7 dal 4 ottobre al 23 dicembre 2024, segna un ulteriore sviluppo nel percorso visionario di Bartana, che continua a esplorare il sottile confine tra utopia e distopia. L’artista indaga, infatti, l’eterna speranza umana di redenzione e la possibilità di preservare il nostro mondo.
Bartana è presente nel Padiglione tedesco con Light to the Nations, progetto che intende riflettere sulla fuga dell’umanità verso un territorio immaginario e incerto. Qui, tutto ciò che è salvabile si rigenera con rinnovata e inedita vitalità. Al centro della mostra il video Mir Zaynen Dor! (We Are Here!), commissionato dal centro artistico ebraico-brasiliano Casa do Povo.
Il cuore del progetto espositivo
L’opera si focalizza sulla relazione tra parola cantata e coreografia collettiva di un coro, sospesa tra passato e presente, tra memoria e pre-enactment. Per realizzarla, sono stati coinvolti due gruppi provenienti da diverse diaspore: Coral Tradição, un coro che trae le sue radici dall’antico Yiddishland, e Ilú Obá De Min, ensemble di musica di strada afro-brasiliana ispirato alla cultura Candomblé e alle comunità dei Cimarroni (quilombo). Il risultato è un invito a immaginare nuovi corpi collettivi che superano le rigide identità, un esercizio di speranza e alleanza che si rivolge alla comunità del futuro, dove il canto e la danza riacquistano il loro potere primordiale.
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Cuore della visione futuristica di Bartana è rappresentato dall’opera Generation Ship, il modello dell’astronave Light to the Nations. Questa nave rappresenta una promessa di salvezza e incarna il progetto della Biennale, simbolizzando la possibilità di una partenza verso nuovi orizzonti. Mescolando tecnologie immaginarie e dottrine mistiche, Bartana concepisce la sua Generation Ship come un’arca che preserva la vita e la tradizione nello spazio per sostenere l’esistenza umana per millenni.
L’installazione è arricchita dall’opera al neon Utopia Now!, che campeggia nello spazio espositivo come un invito a riflettere sull’idea di utopia in un presente teso al futuro. In bilico tra speranza e disillusione. E a completare la mostra, di fronte alla nave, quattro fotografie di pini romani, Pinus (1,2,3,4) a suggerire un futuro distopico. Questi alberi, oggi a rischio di estinzione, appaiono quasi spettrali, evocando un mondo al bivio. Da una parte la potenzialità di una rinascita e dall’altra l’annientamento.
Immagini Courtesy the Artist and Galleria Raffaella Cortese, Milan Albisola da Ufficio Stampa