La Nuova Pesa: la storia di una galleria tra arte e cultura a Roma
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Primo periodo: il sogno di Alvaro Marchini (1959 – 1976)
La Nuova Pesa apre le sue porte a Roma nell’aprile del 1959, in via Frattina, grazie all’intuizione e alla passione di Alvaro Marchini. Imprenditore romano e grande appassionato d’arte, Marchini decide di creare uno spazio dedicato all’arte contemporanea con un respiro internazionale. Attorno a lui si radunano importanti intellettuali, artisti e critici, animati dall’idea di proporre una visione artistica innovativa e fuori dagli schemi tradizionali.
Sin dall’inizio, La Nuova Pesa chiarisce le proprie intenzioni: non seguire mode passeggere, né posizionarsi in modo polemico contro la corrente dominante, ma piuttosto promuovere artisti capaci di portare idee fresche e autentiche. Negli anni in cui il neorealismo domina la scena culturale romana con importanti contributi dal cinema, dalla letteratura e dalla pittura, La Nuova Pesa diventa un punto di riferimento essenziale.
Sotto la guida artistica iniziale di Dario Durbé, poi di Mario Penelope e successivamente di Fernando Terenzi, la galleria diventa uno spazio di fervente dibattito e ricerca artistica. Il contributo di importanti critici come Antonello Trombadori, Dario Micacchi, Antonio Del Guercio e Marcello Venturoli, insieme alla presenza di Renato Guttuso, trasforma La Nuova Pesa nel cuore pulsante del realismo a Roma.
Gli eventi espositivi della galleria attirano personalità di spicco come Roberto Rossellini, Italo Calvino, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Ungaretti, che arricchiscono le mostre con scritti e testimonianze originali.
Nel 1961 La Nuova Pesa si trasferisce in via del Vantaggio, inaugurando questa nuova fase con un’importante mostra di disegni e ceramiche di Pablo Picasso, la prima esposizione commerciale dell’artista in Italia, realizzata in collaborazione con la Galerie Louise Leiris di Parigi. Questo evento apre una stagione espositiva molto vivace e varia, con mostre dedicate a Ottone Rosai, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Mario Sironi, Antonietta Raphaël e Fernand Léger.
La galleria si impegna anche a sostenere giovani talenti emergenti, accogliendo gruppi come “Il pro e il contro”, composto da artisti impegnati sia sul piano artistico che politico-sociale, tra cui Ugo Attardi, Piero Guccione e Renzo Vespignani. Eventi significativi come la retrospettiva dedicata a Mario Mafai nel 1967 e la mostra di Franco Angeli nel 1972 evidenziano il desiderio della galleria di valorizzare sia la tradizione che le nuove tendenze dell’arte italiana.
Tuttavia, negli anni ’70, segnati da drammatici eventi politici e sociali, Alvaro Marchini decide con rammarico di chiudere la galleria nel 1976.
Secondo periodo: Simona Marchini e la rinascita (dal 1985 ad oggi)
Nel 1985, dopo quasi dieci anni di pausa, Simona Marchini riapre La Nuova Pesa, questa volta come Centro Culturale. Mossa dal desiderio di omaggiare e proseguire il percorso iniziato dal padre, Simona porta nella galleria un nuovo spirito, profondamente influenzato dalla sua esperienza professionale nel mondo dello spettacolo.
La seconda fase della galleria è caratterizzata da un approccio multidisciplinare: arte visiva, teatro, musica e poesia si intrecciano e dialogano tra loro. Simona Marchini promuove un’apertura totale verso nuove forme di espressione, con una programmazione che supera le tradizionali barriere estetiche per abbracciare contaminazioni creative innovative e spesso sorprendenti.
Negli ultimi trent’anni, La Nuova Pesa si è distinta per la capacità di ospitare eventi culturali eterogenei, spaziando tra linguaggi diversi e promuovendo incontri inediti tra artisti di varie discipline. Questo percorso ha permesso alla galleria di rinnovare continuamente la propria identità, diventando uno spazio dinamico e sempre contemporaneo, coerente con la visione iniziale di Alvaro Marchini ma costantemente proiettato verso il futuro.