L’amore oltre il pregiudizio ma anche la forza di essere se stessi: perché ‘La mia senpai è un ragazzo’ è già un successo.
Arriva finalmente in Italia – grazie a J-POP Manga – La mia senpai è un ragazzo di Pom. Il 19 febbraio è infatti uscito il primo di dieci volumi (che arriveranno poi a cadenza bimestrale): le 160 pagine sono interamente colorate rendendo l’opera – nel suo complesso – un must have. Del resto la fama di Senpai Is an Otokonoko (in giapponese 先輩はおとこのこ) non ha bisogno di essere sottolineata: la serie LGBTQA+ vanta infatti già un anime e diversi premi. Ma andiamo con ordine: come scrive la stessa Pom nella postfazione del primo volume l’opera è nata «come web manga, serializzato in formato verticale per essere letto su smartphone, ma grazie al sostegno di tutti coloro che si sono appassionati alle avventure di Makoto e dei suoi amici, abbiamo potuto trasformarlo nel volumetto che stai sfogliando ora».
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Un successo arrivato dal basso, potremmo dire, iniziato digitalmente su Line Manga dove La mia senpai è un ragazzo (noto anche come This Is Him o Senpai Is an Otokonoko: My Crossdressing Classmate) è uscito settimanalmente dal 2019 al 2021. I tankōbon si devono a Ichijinsha, che – dal 2021 – ha iniziato a stampare la storia di Pom. La traduzione inglese è arrivata poi – grazie a Webtoon – nel 2023 e nel 2024 è andato in onda su Noitamina l’anime prodotto da Project No.9. Un film anime – Eiga Senpai wa Otokonoko: Ame Nochi Hare – è infine uscito il 14 febbraio 2025.
La mia senpai è un ragazzo: Makoto, Aoi e Ryuji
Una storia, a quanto pare, dalla potenza incredibile. Soprattutto per i temi trattati. Il protagonista è infatti Makoto Hanaoka, un giovane studente che ama vestirsi da donna. Saki Aoi – studentessa al primo anno – ne resta folgorata e le confessa i suoi sentimenti. La risposta/rivelazione di Makoto la sorprenderà, ma non troppo. La senpai è infatti in realtà un ragazzo: il genere svelato non sembra tuttavia sortire alcun effetto su Aoi, convinta più che mai a conquistare Makoto. L’altro personaggio centrale nel racconto è Ryuji, l’amico d’infanzia di Makoto. Ryuji prova qualcosa per lui ma lo nasconde, combattuto tra ciò che prova e il timore di rivelarsi. Tra i tre inizia una solida amicizia che porterà prevedibilmente a un triangolo amoroso, in cui il genere e le differenze contano il giusto.
Pom sembra del resto aver incentrato tutto proprio sulla tematica dell’amore al di là del genere. Curioso considerando che La mia senpai è un ragazzo nasca in realtà dalla difficoltà dell’autrice nel disegnare personaggi maschili. Come rivelato dalla stessa Pom in diverse interviste, il fatto che trovasse complicato disegnare personaggi maschili l’ha portata a ideare un manga yuri. Un amico, vedendola in preda allo sconforto, le consigliò a quel punto di disegnare piuttosto un uomo vestito da ragazza.
Nasce così il personaggio di Makoto Hanaoka, costretto a uscire di casa vestito da ragazzo (la madre non accetterebbe mai la sua estetica) per poi indossare a scuola parrucca e gonna ed essere finalmente se stesso. Se Makoto sembra portare il peso di una società giudicante su di sé, Saki Aoi appare al contrario completamente priva di pregiudizi. Bisessuale e assolutamente spontanea, non le interessano né il genere né il giudizio degli altri. Per Makoto, in questo senso, sarà una boccata d’aria fresca. Ryuji, nelle intenzioni di Pom, è invece il personaggio che funge da equilibrio tra le personalità travolgenti di Makoto e Saki, pur avendo i propri demoni da combattere e le proprie verità da scovare.
Diversità e normalità
Il manga – al netto delle sue tematiche attuali – è tuttavia leggerissimo: l’intento di Pom non è infatti quello di fornire soluzioni ai pregiudizi e, proprio per questo, l’autrice ha optato per un connubio tra serietà e comedy. Questi personaggi esistono in quanto tali, senza avere la pretesa di essere un esempio per chi legge: è forse questo il potere più grande de La mia senpai è un ragazzo che non si dilunga mai, tra l’altro, in lunghe spiegazioni didascaliche sulla natura stessa dei suoi protagonisti. Non è la loro natura, infatti, a essere un ostacolo ma più ciò che li circonda che spesso ha difficoltà a definirli.
In modo anche un po’ utopico, nel manga di Pom tuttavia questo contrasto non ha mai derive fataliste o eccessivamente traumatiche. È più un dilemma interiore, un tentativo di trovare il proprio posto nel mondo in quanto se stessi. Ed è una ricerca che riguarda, in fondo, tutti noi: sempre in bilico tra ciò che siamo e ciò che gli altri vorrebbero che fossimo.