Per Forma Edizioni esce la monografia ‘Filippo Taidelli. Architetture scelte 2012-2024’: ce la racconta proprio Taidelli.

Filippo Taidelli. Architetture scelte 2012-2024 è la monografia edita da Forma Edizioni che viaggia tra le immagini di tutto ciò che ha preso forma dalla mente di Filippo Taidelli: ospedali, campus e residenze pensati per rigenerare corpo e mente. «Il feticcio – dice l’Architetto – è quell’immagine che mi colpisce dal primo sopralluogo e mi accompagna fino alla fine. Non è tuttavia una sorta di rivelazione divina. È un’immagine sfuocata che so con certezza essere quella».
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Il volume sarà presentato il 28 maggio all’ADI Design Museum di Milano. In dialogo con l’autore, nomi di riferimento del mondo dell’architettura, accademico e dell’editoria come Luca Molinari, Laura Andreini, Alessandro Benetti, Maurizio Carones e l’artista Adrian Paci.

Nel raccontare il volume, Taidelli riflette sul fatto che «troppo spesso ultimamente noi progettisti ci concentriamo su aspetti misurabili e quantitativi, associati al concetto-slogan di Green Building. Abbiamo perso un po’ di vista l’obiettivo centrale: il benessere dell’uomo che vive dentro gli spazi. Non sono uno scultore per fini decorativi, sono un architetto che deve plasmare lo spazio. Mi sento un macchinista di un treno che, ad ogni progetto, accumula un piccolo vagoncino. Quel treno però ha un limite: non si ferma mai, deve sempre guardare avanti e accumulare».
È la fotografia perfetta di Filippo Taidelli. Architetture scelte 2012-2024. Anni di visione progettuale che non ha dato vita ad edifici-icone, ma più a spazi pensati per stare bene. L’approccio di Taidelli unisce dunque rigore tecnico a una lettura profonda dello spazio, coniugando innovazione tecnologica, sostenibilità e sensibilità sociale e storica. Parte della collana Progressive. Sezioni sull’architettura italiana di Forma Edizioni, il volume illustra dieci progetti particolarmente virtuosi attraverso immagini e testi critici. Non solo una raccolta di progetti, ma una riflessione sul ruolo che l’architettura può (e deve) giocare nel costruire futuri più sani, più equi, più umani e che, al contempo, offre un bilancio e una dichiarazione d’intenti sul futuro del costruire.
È una selezione «di piccoli vagoncini» – per usare la metafora dello stesso architetto – «che fa sì che questi catalizzino i caratteri fondamentali del mio modo di essere. Le mie curiosità e le mie ossessioni si travasano nella mia attività professionale. Gli oggetti e i colori si ripresentano. Li ritroviamo differentemente declinati nei dieci progetti di questa edizione».

Tra questi, lo Zenale Building – Atellani Garden (2010) è il «vagoncino più impolverato, il più anziano della selezione. – dice Taidelli – Eppure è anche quello che sento più intimamente mio. È stata la mia opera prima di una certa scala». Tra gli ultimi progetti spicca invece Roberto Rocca Innovation Building – sede del corso di laurea in Medicina e Ingegneria Biomedica – del 2023. «Un’architettura flessibile per una conoscenza in continua evoluzione. – racconta l’Architetto – Uno dei più rappresentativi. Mi chiesero di rappresentare la potenza tecnologica e pensai di dover fare un gesto muscolare. Mi concentrai sul legno, il mattone del futuro».
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Filippo Taidelli. Architetture scelte 2012-2024 – di fronte a questi vagoni – «è una dogana: fa fermare il treno e fa guardare indietro in modo costruttivo». «Fa aprire queste piccole wunderkammer – conclude Taidelli – e guardarci dentro: compararle, vedere errori, ossessioni, similitudini. Su questo treno sono salite e scese molte persone. Ciascuna di esse è una storia. L’analisi di questi 20 anni e la selezione degli strumenti tiene la rotta verso i progetti futuri e seleziona i miei punti di forza».
Foto di Andrea Martiradonna